Una donna medico su due ha un solo figlio, una su tre è single, molte rinunciano o alla professione o alla maternità

Si continua a parlare di tutele e diritti della professione medica e, in particolare, della maternità delle donne medico.

A tal proposito, il Sindacato medici italiani (Smi) ha lanciato un allarme proprio per denunciare una serie di criticità legate alla maternità delle donne medico.

Sono circa 44mila i camici bianchi donne convenzionati italiani che lavorano sulle ambulanze del 118, come medico o pediatra di famiglia. Tra loro anche specialiste ambulatoriali e guardie mediche: tutte prive di tutele in tal senso.

Lo Smi ha quindi deciso di sottoporre la questione, insieme con altri temi all’ordine del giorno, al Ministero della Salute.

L’indice dello Smi viene puntato in particolare nei confronti contratto libero-professionale.

Secondo il sindacato, infatti, mentre le attuali disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità prevedono uno specifico trattamento per i riposi giornalieri della madre lavoratrice, intendendo in unicamente i dipendenti, la maternità delle donne medico non è ugualmente tutelata, ma anzi, queste sono addirittura escluse.

Cosa accade, dunque?

Finiti i cinque mesi di maternità, per i camici bianchi in questione non sono previste pause per l’allattamento e l’unico modo per continuare a nutrire il figlio al seno è prendere giorni o periodi di malattia.

Un’assurdità nel 2018, oltre a una pesante penalizzazione per le donne.

Se poi la decisione è di restare a casa per uno o due mesi dopo la nascita, le donne medico convenzionate devono addirittura rinunciare allo stipendio in favore di chi le sostituisce.

Ma i disagi, purtroppo, non finiscono qui.

Se le donne medico sono in forze presso il 118 e vanno in ambulanza, non hanno diritto a una collocazione meno pesante e di grave stress durante la gravidanza.

Queste professioniste, denuncia il Sindacato, sono costrette a continuare con i turni di notte sui mezzi di soccorso anche con il pancione di sette mesi.

Una situazione già denunciata quattro anni fa dai dati pubblicati dall’Ordine dei medici di Roma.

Una situazione che, come diretta conseguenza, incide sulla scarsa natalità tra le dottoresse.

Infatti, una donna medico su due ha un solo figlio, una su tre è single, molte rinunciano o alla professione o alla maternità. Forti le criticità anche per l’adozione e l’affido.

Ecco perché il Sindacato medici italiani intende portare all’attenzione del nuovo ministro Giulia Grillo – anche lei presto madre – per adottare dei provvedimenti a riguardo.

 

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