Organi di stampa locale (forse anche nazionali) hanno battuto la notizia che per oltre venti giorni una paziente messinese affetta da Beta Talassemia Major non ha potuto effettuare trasfusioni a causa del macchinario guasto.

Da cittadino, ed in più da messinese, non posso che dare tutto il risalto possibile ad un notizia sulla quale l’attenzione deve essere massima, poiché rientra tra gli evidenti casi di malasanità dei quali «Responsabile Civile» si occupa quotidianamente. Per fortuna il problema in questi giorni è stato risolto.

Il 9 dicembre u.s. si è guastata anche la seconda macchina (l’altra era già “andata” da un po’) del centro trasfusionale di Messina, con sede al Policlinico Universitario, deputata a lavaggio e filtraggio del sangue, lavaggio necessario nei casi in cui il malato abbia manifestato reazioni allergiche. Il lavaggio del sangue, contenuto nelle sacche, diventa necessario prima di trasfondere il sangue, nel caso di pazienti che abbiano già manifestato reazioni allergiche. Negli altri casi (di pazienti non allergici) questa procedura non è necessaria.

Il centro trasfusionale di Messina, pur avendo a disposizione due apparecchi atti a svolgere il compito di pulizia e filtraggio, è andato lo stesso in crisi. Infatti, è emerso che una delle apparecchiature era da tempo guasta e l’altra è andata in tilt proprio il 9 Dicembre u.s. La stessa paziente messinese ha dichiarato che le conseguenze sono gravissime per i talassemici «che fanno sangue lavato e filtrato. Chiaramente non possono fare trasfusione fino a quando non viene aggiustata questa seconda macchina».

«Io, ad esempio – continua  la paziente -, avrei dovuto essere sottoposta a regolare seduta giorno 10 ma l’appuntamento slitta al giorno in cui la macchina tornerà a funzionare». In buona sostanza per il talassemico (anemia mediterranea) non ricevere cure per circa un mese comporta rischi e danni gravi dato che dovrebbe, per il tipo di patologia, ricevere assistenza sanitaria costante e ripetuta nel tempo. Ciò dovrebbe essere garantito dallo Stato e per esso dal S.S.N. Nel caso di specie, così come in altri che non sono conosciuti, le carenze sono gravi e vanno rese di dominio pubblico. Questa è una delle missioni del giornale on line Responsabile Civile.

Basta riportare le parole della paziente messinese, rese ad un giornale locale, per rendersi conto della delicatezza del problema: «Purtroppo le conseguenze per noi sono un abbassamento notevole dell’emoglobina che non ci permette di avere una condizione di vita normale…il midollo lavora di più sotto sforzo…si soffre di tachicardia perché il cuore cerca di compensare pompando di più… si è aggiunta un po’ di febbre, riconducibile sempre al calo di emoglobina…. C’è chi, tra i talassemici, ha già valori bassissimi. Una mia amica, ad esempio, ha valore 8: molto, molto basso».

«E non potrà ricevere trasfusioni fino al 18. Dall’estate combattiamo senza sosta perché già a giugno abbiamo avuto problemi con le sacche di sangue che non bastavano per tutti -incredibile- e, per motivi politici ed economici sono stati chiusi tanti centri raccolta; oltretutto le sovvenzioni con il nord per ricevere sacche di sangue sono state abolite. Questo ha comportato che ogni settimana, per tutta la stagione estiva noi talassemici siamo stati costretti a recarci, almeno una volta a settimana, al centro trasfusionale, per poter fare solo una sacca…. Si pensi che in casi di normalità, quando le terapie funzionano a regime, vengono trasfuse due sacche per garantire il mantenimento di emoglobina per una ventina di giorni circa…Quindi prima crisi di sangue, adesso problemi con i macchinari. Siamo veramente disgustati e stanchi!». 

La stessa paziente continua nel proprio legittimo sfogo: «Una città come Messina che ha un numero molto alto di talassemici e dispone di un centro trasfusionale e di un reparto microcitemico che non riesce a far fronte a nessun problema e ci “abbandona” totalmente, è inaccettabile». Ora è, evidente, che il guasto ad un macchinario rientra tra le ipotesi prevedibili; ciò che non è accettabile è la mancata riparazione per tempo dell’altro che avrebbe garantito le trasfusioni anche ad i talassemici allergici.

Sicuramente i responsabili del centro trasfusionale se interpellati avrebbero delle giustificazioni da dare più o meno valide, ma comunque nulla che possa legittimare la mancata tempestiva riparazione. Un reparto, a ciò adibito, non può permettersi un tale disservizio che comporta stress e “disperazione” in chi già di per sé vive una condizione di vita non facile.

Tutti noi, come uomini e futuri pazienti (mi spiace dirlo ma è così), dobbiamo essere coscienti che l’efficienza del sistema sanitario è una delle priorità e non possiamo trattenerci dal denunziare e nel partecipare attivamente alla risoluzione dei problemi che, in molti settori del SSN, possono essere, se sottaciuti, devastanti ed in grado di mettere a rischio il bene primario della vita.

Avv. Fabrizio Cristadoro

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