Cassazione: multe per eccesso di velocità. Se la causa è quella di evitare un “grave danno alla persona”, i verbali saranno nulli
Con la sentenza n. 24768 del 22 novembre 2006 la Corte di Cassazione si è occupata dei verbali emessi per il superamento dei limiti di velocità. Limiti previsti all’articolo 142 del Codice della Strada che, se superati in caso di necessità, aprono lo scenario a molti interrogativi.
Di fatto la Cassazione ha stabilito, se i limiti sono superati per la necessità di salvare se o altri dal pericolo di un “grave danno alla persona”, che il verbale può essere annullato. La domanda che ne nasce è quali sono i confini entro i quali si può ritenere di agire in stato di necessità?
Il caso trattato dalla Cassazione, di fatto, risponde al quesito. Nella fattispecie, infatti, il Ministero si era rivolto agli ermellini per impugnare una sentenza del giudice di Pace di Roma. Proprio la sentenza in questione aveva annullato il verbale emesso per il superamento dei limiti di velocità.
In particolare, il giudice aveva ritenuto che il conducente avesse violato le norme del Codice della Strada per stato di necessità. Di fatto, l’uomo, cercava di raggiungere il prima possibile la sua abitazione perché era scattato l’allarme antifurto. La preoccupazione del conducente era, dunque, quella di verificare la sua abitazione al più presto, per ovvi motivi.
I confini dello stato di necessità
Tuttavia, il Ministero dell’Interno ha ritenuto ingiusta la sentenza e si è rivolto alla Corte di Cassazione che, valutato il caso, ha accolto il ricorso. Di fatto, la Cassazione, ha ritenuto errata la decisione del giudice di Pace.
Questo perché, di fatto, la fattispecie in questione non era stato dimostrato il pericolo di un grave danno a persone, ma solo il pericolo dell’intrusione nella casa di proprietà del conducente. Di fatto, l’uomo, avrebbe dovuto contattare le forze dell’ordine per ottenere un tempestivo intervento presso la sua abitazione.
Per tanto, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero dell’Interno, annullando la sentenza del giudice di Pace.
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