La Società italiana di neonatologia interviene sul caso dei neonati morti a Brescia evidenziando come i nati pretermine siano maggiormente vulnerabili agli attacchi di batteri e virus

“I nati pretermine, in particolare se estremamente prematuri, rischiano la vita ogni minuto”. In Italia, tuttavia, “il tasso di mortalità per quelli di peso inferiore a 1.500 grammi è tra i più bassi al mondo”. Ad affermarlo è il Presidente della Società Italiana di Neonatologia, Fabio Mosca. L’esperto interviene sul caso dei neonati deceduti nei giorni scorsi agli Spedali Civili di Brescia, a causa di sepsi ed enterocolite necrotizzante. Si tratta, chiarisce la SIN, di “due tra le patologie più temibili per i neonati prematuri”.

Nel nostro paese – sottolinea Mosca – gli ultimi dati disponibili evidenziano “una mortalità dell’11,3% rispetto al 14,3% delle più importanti Terapie Intensive Neonatali del mondo”. Il dato, peraltro, continua a diminuire “grazie all’elevatissimo livello di assistenza raggiunto dalle nostre TIN”.

“Tuttavia – prosegue il presidente SIN – la fragilità di questi neonati e le tante variabili che, sin dalla gravidanza, ne possono condizionare la prognosi, identificano la prematurità come una malattia grave. La sopravvivenza di ogni bambino nato prematuro è un successo che non si deve dare per scontato e le tragiche complicazioni sono possibili anche quando le cose sembrano migliorare, come è accaduto nel caso del piccolo Marco a Brescia”.

Nel mondo le complicazioni legate alla prematurità sono la principale causa di morte dei bambini di età inferiore ai 5 anni (dati OMS). Il 40% dei circa tre milioni di decessi/anno in epoca neonatale è dovuto a infezioni.

I neonati prematuri sono biologicamente suscettibili alle infezioni – evidenzia la Società di Neonatologia. Ciò in quanto l’immaturità del loro sistema immunitario, dovuta alla precoce interruzione della gravidanza, li rende vulnerabili all’attacco di batteri e virus. Più il neonato è prematuro e più risulta esposto alle infezioni. Anche per il mancato trasferimento di fattori protettivi dalla mamma al feto, in particolare immunoglobine, che si verifica soprattutto nelle ultime settimane di gestazione.

Inoltre il neonato pretermine ha la necessità di procedure invasive, indispensabili per poter sopperire all’immaturità delle sue funzioni vitali. Fra queste, in primis, quella gastro-intestinale e quella respiratoria, che ne garantiscono la sopravvivenza, ma che costituiscono ulteriori inevitabili fattori di rischio per le infezioni.

 

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