Aperta indagine sul chirurgo per i casi di 4 donne, operate di cataratta, che hanno poi perso un occhio. Il medico ha eseguito gli interventi in un ambulatorio dell’Asl

Erano state operate di cataratta nell’ambulatorio dell’Asl To3 di Torino, le 4 donne che, in seguito a questo banale intervento, hanno perso un occhio.

Adesso, il chirurgo che ha eseguito l’operazione su tutte e 4 le donne operate di cataratta, risulta indagato.

A causare la perdita della vista da un occhio è stata un’infezione, contratta in sala operatoria.

Adesso, il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo ha indagato il medico, oculista di grande esperienza e molto conosciuto a Torino e Rivoli.

L’ipotesi è che il medico abbia violato le procedure sanitarie durante gli interventi, omettendo anche di somministrare le corrette terapie antibiotiche.

Ora l’inchiesta è chiusa, ma la stessa ha portato ad aprire anche un altro filone di indagine.

Gli inquirenti, infatti, sospettano siano state fatti pagare ai pazienti interventi e prestazioni che in realtà dovevano essere convenzionati, per ottenere così un doppio pagamento.

Pertanto, i carabinieri dei Nas hanno proceduto al sequestro di migliaia di cartelle cliniche, prima che l’ambulatorio chiudesse proprio a causa di quanto successo.

La vicenda

Le 4 donne operate di cataratta avevano avuto tutte gli stessi sintomi. La mattina del 9 maggio 2017 l’equipe del medico le ha operate.

Nelle ore successive all’intervento, avevano accusato dolore, nausea e gravi difficoltà visive erano però comparse nelle ore successive.

Recatesi al pronto soccorso dell’oftalmico, la diagnosi era stata per tutte identica: endoftalmite acuta post- operatoria, per un batterio contratto in sala.

Per tutte e 4 le donne l’infezione era molto grave, ma tutti questi casi hanno insospettito facendo pensare fossero collegati.

Quel giorno, per il medico, era stata una giornata di lavoro intensa.

È agli atti che dalle 7.40 alle 12.30 il medico avrebbe effettuato ben 14 interventi di cataratta, impiegando in media 20 minuti.

Tempi troppo ristretti per consentire una disinfezione ottimale. Dall’esame della cartella e dagli accertamenti erano emerse diverse violazioni nelle procedure igienico sanitarie durante gli interventi.

“Hanno perso l’occhio e in alcuni casi rischiato la vita – spiega l’avvocato Mauro Carena, che difende le 4 donne – nei prossimi giorni dovranno andare fino a Parma per essere sottoposte alla visita del consulente tecnico nominato dal giudice civile”.

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