Respinto dalla Cassazione il ricorso di un automobilista accusato di omicidio colposo per aver investito, uccidendolo, un pedone mentre attraversava la strada sulle strisce, anche se in orario notturno e in un punto poco illuminato

Il conducente di una vettura “deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza”, quali “l’arresto tempestivo” dell’auto entro i “limiti del suo campo di visibilità” e davanti a “qualsiasi ostacolo prevedibile”, ad esempio un pedone imprudente che attraversa la strada sulla strisce in orario notturno in un punto poco illuminato.

Lo ha ribadito con una recente sentenza la Corte di Cassazione rigettando il ricorso di un uomo, condannato per omicidio colposo per aver investito una donna sulle strisce pedonali a Roma.

La Corte d’appello di Roma aveva rilevato come la condotta dell’imputato fosse stata caratterizzata da “negligenza, imprudenza e imperizia”, poiché egli, mantenendo su una strada urbana una velocità di 40-50 km/h, mentre sopraggiungeva ad un incrocio segnalato con lampeggiante, aveva investito – uccidendola – una donna che attraversava sulle strisce, non adeguando opportunamente la velocità della propria vettura all’incrocio e violando la norma del codice della strada che impone a chi guida di dare la precedenza a chi si trova sull’attraversamento pedonale.

“Non può dubitarsi – sottolineano i giudici della quarta sezione penale del Palazzaccio – che fra gli ostacoli prevedibili vi sia un pedone che in ora notturna, in zona priva di adeguata illuminazione, attraversi la strada, peraltro sulle strisce pedonali, in incrocio regolato dal solo semaforo lampeggiante” ed è “chiaro che, in una simile situazione – aggiunge la Cassazione – come correttamente ritenuto dalla Corte territoriale, la velocità deve essere costantemente proporzionata allo spazio corrispondente al campo di visibilità al fine di consentire al conducente l’esecuzione utile alla manovra di arresto considerato il tempo psicotecnico di reazione nell’ipotesi in cui si profili un ostacolo improvviso”.

Il conducente, dunque, conclude la sentenza, pur viaggiando a una velocità consentita, “avrebbe dovuto ulteriormente moderare l’andatura, vista l’ora notturna e le scarse condizioni di visibilità”: la giurisprudenza in materia di circolazione stradale, infatti, ha sancito con più pronunce che “l’utente della strada è responsabile anche del comportamento imprudente altrui purché questo rientri nei limiti della prevedibilità”, tanto che “l’obbligo di moderare adeguatamente la velocità in relazione alle caratteristiche del veicolo e alle condizioni ambientali va inteso nel senso che il conducente deve essere in grado di padroneggiare il veicolo in ogni situazione”.

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