Due neonate sono morte a causa della pertosse nel Bergamasco. Le madri non si erano sottoposte al vaccino. Burioni: ‘Immunizzare donne in gravidanza’

Due neonate di meno di due mesi sono morte di pertosse all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Come si apprende, entrambe le madri non si erano sottoposte al vaccino.

Non si parla però di emergenza o di epidemia, ma l’episodio ha riacceso i riflettori sul tema dei vaccini.

Le due bambine morte a causa della pertosse provenivano da zone diverse della provincia, lontane tra loro decine di chilometri, e si sono ammalate a distanza di oltre un mese l’una dall’altra. Tuttavia, tra i due casi c’è un punto in comune: nessuna delle due madri era vaccinata.

La prima neonata è stata portata dai genitori all’ospedale di Seriate e poi trasferita ad Alzano Lombardo. Qui i medici hanno cominciato le cure antibiotiche. Le condizioni non sono però mai migliorate e il 17 di giugno la bimba è stata accompagnata al Papa Giovanni XXIII. Qui è morta il 23 dello stesso mese. La seconda neonata, di un mese e tre giorni, è arrivata a Bergamo dopo un primo ricovero a Treviglio. Anche la madre della piccola non era vaccinata.

A nulla sono servite le terapie antibiotiche, così come l’impiego di una macchina che si sostituisce a cuore e polmoni del neonato. La piccola è morta il 30 luglio.

La patologia

La pertosse è una malattia batterica, e può essere particolarmente grave quando colpisce bambini molto piccoli. Le complicazioni a carico del sistema nervoso sono frequenti, così come i possibili danni permanenti.

Questi sono causati dalla scarsa ossigenazione del sangue durante gli accessi di tosse. Durante il primo e secondo anno di vita il tasso di mortalità è dello 0,2%. Proprio per questo è importante l’immunità di gregge in questi casi.

Le due bambine di Bergamo, infatti, erano troppo piccole per essere vaccinate.

Per prevenire la pertosse si consiglia sempre alle madri in attesa di sottoporsi al vaccino, per poi trasmettere gli anticorpi al figlio.

“Alcuni vaccini proteggono per sempre, altri forniscono un’immunità limitata nel tempo – ha dichiarato su Facebook il virologo Roberto Burioni – Fino agli anni ’90 contro la pertosse abbiamo usato un vaccino estremamente efficace che era però gravato di alcuni effetti collaterali rari, ma non trascurabili”.

Da quel momento in poi, ricorda Burioni, “siamo passati a un vaccino detto ‘acellulare’ che è sicurissimo, ma meno potente. Il vaccino acellulare (attualmente contenuto nell’esavalente) è efficace in quasi il 90% dei vaccinati, ma l’immunità tende a svanire con il tempo; quando questo accade si è comunque protetti dalla malattia in forma grave, ma si può ospitare il microrganismo nella propria gola ed essere una fonte di infezione per gli altri”.

A causa di questa minore efficacia del nuovo vaccino, e pure a causa delle mancate vaccinazioni, “i casi di pertosse stanno aumentando”, afferma Burioni.

Un problema serio perché, come dimostrato nei casi avvenuti a Bergamo, “la pertosse è pericolosissima per i bambini molto piccoli”.

Per questo motivo, Burioni afferma che vaccinare le madri in gravidanza sia fondamentale per la prevenzione.

Ma non solo.

Il virologo, infatti, conclude spiegando che è “opportuno che i fratelli, i parenti, il padre si sottopongano ad un richiamo del vaccino, in modo da rendere impossibile che il batterio della pertosse, dopo averli infettati, arrivi nella gola del neonato”.

La questione è dunque quella di creare una “zona di sicurezza” intorno al neonato.

“Per questo – conclude Burioni – è molto importante che tutti vengano vaccinati, in modo da non consentire la circolazione di questo pericoloso batterio”.

 

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