La donna, al nono mese di gestazione, ha rischiato la vita per la rottura di un aneurisma. I medici del nosocomio di Pietra Ligure hanno salvato sia lei che la piccola che portava in grembo

Ha rischiato di morire al nono mese di gravidanza, prima di dare alla luce la sua bambina. Grazie  a un intervento complesso e combinato messo in atto dai sanitari del nosocomio di Pietra Ligure, in provincia di Savona, tuttavia, sia la donna che la piccola sono salve. L’episodio risale a un mese fa, ma è stato reso noto solo nelle scorse ore.

La gestante era stata trasferita all’ospedale Santa Corona da un’altra struttura sanitaria ligure in seguito a un’improvvisa emorragia cerebrale dovuta alla rottura di un aneurisma. Una situazione drammatica, a fronte della quale si è subito messa in moto una complessa macchina che ha coinvolto diversi reparti.

Una equipe di Ginecologia e Ostetricia ha provveduto a far nascere la piccola con taglio cesareo d’urgenza.

Subito dopo il parto la mamma, sempre in anestesia generale, è stata trasferita nella sala angiografica del Reparto di Neuroradiologia. Qui i medici sono intervenuti per via endovascolare, attraverso la puntura dell’arteria femorale all’inguine, per chiudere l’aneurisma del cervello. I professionisti hanno utilizzato la tecnica standard del rilascio di ‘spirali al platino’ all’interno della sacca aneurismatica.

La donna è stata poi trasferita nel reparto di Rianimazione, Una volta risvegliata è apparsa subito in buone condizioni cliniche e ha potuto abbracciare la sua bambina.

Ai camici bianchi del presidio ospedaliero ligure è arrivato il plauso dell’Assessore regionale alla sanità, Sonia Viale.  “Voglio esprimere le mie congratulazioni alle equipe mediche dell’ospedale Santa Corona per aver realizzato con successo un intervento particolarmente complesso. Il pensiero va alla mamma e alla figlia, che oggi, secondo quanto riferito dagli specialisti, stanno bene”.

“Questo ospedale – aggiunge Viale – si conferma un punto di riferimento per l’alta complessità, dotato di personale altamente specializzato e strumentazioni all’avanguardia. Questa è la sua vocazione, come Dea di II livello, come confermato anche nell’ultimo Piano Socio Sanitario”.

 

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