Offerta di servizi inadeguata e crescita dei costi spingono i cittadini a rinunciare alle cure

Il sistema sanitario italiano si contrae a causa dei tagli cui è stato sottoposto negli ultimi anni. Il servizio pubblico non riesce a liberare risorse migliorando l’efficienza. Ne consegue un’offerta di servizi inadeguata, una crescita dei costi per gli utenti, una percezione di logoramento del sistema e un fenomeno di rinvio o rinuncia alle cure che nel 2016 ha coinvolto il 26% degli italiani. E’ un ‘sistema in deflazione’ quello disegnato dal 14° Rapporto annuale ‘Ospedali & Salute 2016’, realizzato da Ermeneia e presentato oggi a Roma dal presidente nazionale Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), Gabriele Pelissero.
In rapporto agli altri Paesi del G7, che fanno registrare, nel triennio 2012-2014, una crescita media in rapporto al Pil dell’8,2%, in Italia la spesa sanitaria pubblica risulta ancorata al 6,8%. Anche la spesa ospedaliera pubblica complessiva è ferma nel nostro Paese al 3,9% del Pil. Una situazione di deflazione da sottofinanziamento, quindi, che si accompagna a una deflazione da inefficienza della ‘macchina’ ospedaliera pubblica. Questa che non riesce a ‘liberare’ risorse, come invece potrebbe, secondo Aiop, qualora fosse in grado di rivedere in maniera significativa le proprie modalità organizzative e gestionali. Se ciò avvenisse, le risorse recuperate sarebbero investite per migliorare le strutture, le attrezzature e i servizi per i pazienti.
Invece,  dal 2009 al 2014 si sono ridotti i numeri dei posti letto (-9,2%), dei ricoveri (-18,3%), delle giornate di degenza (-14%), del personale (-9% tra il 2010 e il 2014); dal 2009 al 2015 sono aumentati in parallelo gli oneri per gli utenti, con i ticket per le prestazioni che sono cresciuti del 40,6%, le visite intramoenia a pagamento presso gli Ospedali pubblici del 21,9% e i ticket per i farmaci del 76,7%. Dal Rapporto emerge, inoltre, una deflazione da razionamento di fatto dei servizi offerti nell’ambito dell’ospedalità pubblica. Un fenomeno riconducibile all’impatto generato dai provvedimenti di spending review, intrapresi nel quadro delle politiche di austerità degli ultimi 5 anni.
La difficoltà dell’ospedalità pubblica nel fare un’effettiva ristrutturazione e riorganizzazione si ripercuote sul sistema ospedaliero privato con un trasferimento di oneri economici e normativi che finiscono per innescare anche su tale comparto un processo di erosione dei servizi forniti ai pazienti. Mantenere un modello basato su un processo di tipo deflattivo, secondo l’Aiop, negli anni finisce inevitabilmente per ipotecare il principio universalistico e solidale del nostro sistema sanitario nazionale. Diventa perciò necessario procedere a una “manutenzione straordinaria” del Ssn facendo crescere l’abilità delle strutture ospedaliere nel “fare di più e meglio con meno”, e riuscendo così a liberare risorse oggi bloccate. Inoltre, una maggiore trasparenza dei bilanci aiuterebbe a misurare il livello di efficienza delle diverse strutture all’interno del pubblico e tra strutture pubbliche e private accreditate”.

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