Dal rapporto annuale del Censis emerge che i legali, in Italia, sono aumentati, anche se di poco. In crescita i loro redditi, ma anche la sfiducia dei clienti nei loro confronti

Commissionato da Cassa Forense, l’ultimo rapporto Censis sugli avvocati afferma che i legali italiani sono aumentati – sebbene di poco – e sono anche più ricchi.

Secondo il “Rapporto annuale sull’avvocatura italiana”, se nel periodo tra il 1995 e il 2017 il numero degli iscritti all’albo è cresciuto del 192%, tra il 2016 e il 2017 la percentuale di crescita si è limitata allo 0,4%, scendendo ancora rispetto all’1,9% che aveva caratterizzato il passaggio dal 2015 al 2016.

Per gli anni a venire si prevede un leggere incremento, ma non sostanziale.

Gli iscritti ai corsi di giurisprudenza delle università italiane, dall’anno accademico 2010/2011 all’anno accademico 2016/2017, sono scesi infatti di oltre 23mila unità.

Un dato positivo è quello che riguarda le quote rosa.

Sono sempre di più le donne nella professione forense, secondo il Rapporto Censis sugli avvocati. Le donne, infatti, in vent’anni sono circa 95mila in più, mentre gli uomini in più sono “solo” 64.700.

Redditi

Per quanto riguarda i redditi, nel 2015 hanno eguagliato quelli del 1995, mentre nel 2016 sono aumentati, in media, di circa 100 euro.

Tuttavia, è sempre evidente un profondo divario tra i professionisti uomini e le loro colleghe donne, che guadagnano molto meno dei colleghi.

Anche tra avvocati del Nord e del Sud Italia le differenze sono sostanziali.

Resta ferma, però, la netta divergenza tra gli avvocati uomini, residenti al nord e ultracinquantenni e le professioniste donne, residenti al centro-sud e giovani, con una netta maggior concentrazione di ricchezza nelle tasche dei primi.

In generale, le donne guadagnano il 43,8% di quanto guadagnano gli uomini.

Tuttavia, le aspettative degli avvocati italiani non sono delle più rosee.

Solo il 29,3% prevede un miglioramento della propria condizione futura. Sui redditi le donne sono più positive, visto che il 31,2% immagina un aumento delle entrate.

I giovani invece sono più ottimisti, considerando che il 45,7% ha in mente delle buone prospettive reddituali.

Un problema che è emerso dal Rapporto Censis sugli avvocati è la scarsa fiducia dei clienti nei loro riguardi.

Il 48% degli italiani ritiene che le linee di tutela debbano essere condivise e solo il 16,6% lascia ai legali la libertà di decidere la difesa in autonomia.

Solo il 27,6% degli intervistati, poi, ha affermato che la prestazione professionale deve essere pagata a prescindere da quale sia l’esito della causa, mentre il 7,5% ritiene che il pagamento non può prescindere dal successo. Infine, per il 31,4%, la parcella dovrebbe essere pagata solo dopo aver verificato l’impegno e la diligenza del legale.

 

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