Anaao: Una riforma a singhiozzo

La Conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso di far slittare al 28 febbraio la prosecuzione dell’esame in Aula del ddl Gelli, interrotto lo scorso 16 febbraio dopo l’approvazione dell’articolo 5. Il disegno di legge avrebbe dovuto essere al centro della seduta di domani ma il programma dei lavori di Montecitorio è stato rivisto per lasciare spazio all’esame con votazioni delle mozioni sul Trasferimento detenuti stranieri.
“Non sono bastati i 10 anni in cui diversi disegni di legge sulla responsabilità professionale dei medici e degli esercenti la professione sanitaria sono stati custoditi gelosamente nei cassetti parlamentari, non sono bastati i 3 anni in cui un testo unificato ha fatto la navetta tra Senato e Camera, non è bastato l’impegno solenne del Governo Renzi di assumere l’approvazione della legge tra gli obiettivi prioritari del 2016, trascorso invano, non è bastata l’approvazione a larghissima maggioranza bipartisan del provvedimento al Senato, non sono bastate le migliaia di firme in calce ad una petizione a sostegno di una rapida conclusione”. Questo il commento dell’Anaao Assomed alla decisione di rimandare ancora una volta l’approvazione definitiva del provvedimento.
“Appare sconcertante – sottolinea ancora l’Associazione dei medici e dirigenti del Ssn –  come questioni legate al lavoro dei medici ed alla salute dei cittadini finiscano sempre in fondo alle agende della politica, in tutt’altre faccende affaccendate, e del Parlamento. Fino a che il collasso dei PS, con il corredo di negazione dei più elementari diritti, del lavoro e della persona, financo ad essere curati in un posto che non sia una sedia o il pavimento, non viene a richiamare l’attenzione dei media suscitando lacrime di coccodrillo e ricordando, per qualche attimo fugace, l’urgenza di problemi che attendono soluzioni”.
“La verità – prosegue ancora l’Associazione – è che la sicurezza delle cure non interessa nessuno, se non per animare dotti dibattiti sui costi della medicina difensiva e fare luccicare gli occhi ai cultori della spending review sui miliardi di risparmi possibili se solo si mettessero in riga i medici, riottosi e cattivi, obbligandoli all’appropriatezza di Stato. La colpa dei medici è di non essere tassisti o ambulanti. E quella dei cittadini di credere in una Costituzione che qualcuno voleva cambiare ma che nessuno mostra di volere seriamente attuare”.

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