Dopo l’incontro con Beatrice Lorenzin i sindacati medici non sospendono la protesta fissata per il 17 e il 18 marzo, nonostante le aperture e gli impegni del Ministro della Salute

Nessun dietrofront: rimane confermato lo sciopero dei medici pubblici in programma per il prossimo 17 e 18 marzo. La protesta, dunque, va avanti nonostante le aperture del Ministero della Salute riscontrate dai sindacati medici durante l’incontro con Beatrice Lorenzin.

“Lo sciopero resta, il ministro non ci ha chiesto di sospenderlo, ha voluto concentrarsi sui lavori” ha spiegato Giacomo Milillo, il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), che sottolinea anche come “in questo momento il malessere dei medici è molto elevato, quindi lo sciopero ancora rappresenta il loro sentimento di protesta. Si valuterà nel tempo se ci saranno risultati e per risultati intendiamo far circolare la parola ‘salute’ nel Parlamento”. Da parte del Ministro Lorenzin, però, ci sono state delle aperture: “il ministro ha fatto delle aperture e si è impegnata a coinvolgere il governo e altri ministeri per cercare delle soluzioni concertate”. E, ora, con un incontro mensile a partire dal prossimo 14 marzo, si affronteranno i singoli problemi, a partire dai contratti, passando per il turnover e il precariato.

Il Ministro si è impegnato sul piano tecnico e politico, ma i sindacati aspettano ancora segnali concreti e per questo lo sciopero dei medici che si protrarrà per 48 ore è confermato. Massimo Cozza, segretario Fp Cgil Medici, ha illustrato parte delle promesse del Ministro, a partire dalla conferma del tesoretto di 2 miliardi per il biennio 2017-2018 che sarà destinato alla sanità pubblica e in particolare a “farmaci e personale”.

Sulle stesse posizioni anche il segretario generale della Cisl Medici, Biagio Papotto: “abbiamo apprezzato le aperture del ministro, è chiaro che sul tappeto ci sono tanti problemi. Abbiamo chiesto in particolare un giusto finanziamento del Sistema Sanitario nazionale, un giusto rapporto pubblico-privato e la revisione del decreto appropriatezza. Aspettiamo ulteriori risposte per evitare di fare uno sciopero che graverebbe sulle spalle di medici e cittadini”.

Costantino Troise, segretario dell’Associazione dei medici dirigenti, Anaao Assomed, invece, precisa che, per quanto si sia trattato di un “incontro positivo con disponibilità all’ascolto e a portare le questioni della sanità pubblica nell’agenda del Governo”, i medici aspettano che “che alle parole seguano i fatti per ragionare sulla possibilità di revocare lo sciopero”.

Nettissima anche la posizione di Pina Onotri, segretario del Sindacato medici Italiani (Smi) che spiega: “Non è questa riunione che può risolvere il problema, a meno che il problema non venga portato a livello di competenze e sfere ancora più alte”. Tra le preoccupazioni dei professionisti, spiega, figurano “il continuo definanziamento della sanità e un sistema pubblico non più competitivo perché, tra liste d’attesa e ticket, i paganti vanno nel privato”. Ma anche “il carico di lavoro burocratico insostenibile” derivato dal decreto appropriatezza, che “va revocato”. Lo sciopero quindi è “assolutamente mantenuto a meno che non succeda qualcosa. Personalmente – conclude – non mi aspetto chissà che rivoluzione o soluzione. Proseguiremo sulla via della protesta”.

Più ottimista, invece, Stefano Cassi segretario della Cimo, l’Associazione Sindacale Medici Dirigenti: “Che si sia riaperto un colloquio che si era interrotto, per noi è segno positivo”, aggiunge sottolineando che un confronto tra le parti “mancava da oltre un anno”. I due miliardi confermati per il 2017-18 “erano quelli tolti e che quindi ritornano, ma meglio di niente. E’ pur sempre un’inversione di tendenza”. Tuttavia, di fronte al “senso di malessere diffuso serve qualcosa di concreto”.

Per approfondire: 
MANIFESTO PER LA BUONA SANITÀ: le ragioni della protesta

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