Undici persone risultano al momento indagate nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Milano su presunte attivazioni fraudolente di servizi a pagamento sul conto telefonico di migliaia di clienti dei principali gestori di telefonia

Il Nucleo speciale Tutela privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di finanza, coordinato dalla procura di Milano, ha condotto una vasta operazione a tutela dei consumatori su presunte attivazioni fraudolente, senza alcun consenso, di servizi a pagamento sul conto telefonico di  migliaia di clienti delle principali gestori.

Perquisizioni e sequestri sono stati effettuati nella sede legale di Windtre e, contestualmente, la magistratura ha inviato una lettera all’Autorità garante per le comunicazioni in relazione alla posizione di Vodafone, Tim e un’altra società.

Bastava visitare una pagina web – spiega la Procura – talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari, e senza far nulla ci si ritrovava istantaneamente a essere abbonati a un servizio a pagamento come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video e altro ancora.

Il fenomeno sarebbe proseguito anche durante l’emergenza coronavirus. Un business illecito da milioni di euro attuato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti milanesi, anche attraverso l’attivazione di questi servizi a pagamento sulle connessioni mobili usate tra macchine per lo scambio di dati (il cosiddetto “machine to machine”, m2m), che  non necessitava di alcun consenso da parte degli utenti.

L’indagine vede indagate 11 persone, di cui tre con ruolo dirigenziale, di Wind-Tre, nonché di aggregatori/hub tecnologici e content service provider (Csp). Le ipotesi di reato contestate sono frode informatica ai danni dei consumatori, intrusione abusiva a sistema telematico e tentata estorsione contrattuale.

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