I camici bianchi dovranno rispondere di omicidio colposo per il decesso di una neonata, sopravvissuta meno di un’ora dopo aver visto la luce

Tre medici finiranno a processo per il decesso di una neonata, morta poco dopo essere venuta alla luce all’ospedale di Imola. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Il fatto risale al luglio del 2014 quando la mamma, al nono mese di gravidanza, venne sottoposta a un cesareo d’urgenza dopo che i tracciati avevano evidenziato dei problemi. La piccola era sopravvissuta solamente 45 minuti. Secondo l’esame autoptico, le era stata fatale una ipossia acuta.

La successiva inchiesta aperta dalla Procura aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di sette persone. Nello specifico: il ginecologo chirurgo che effettuò il cesareo, un anestesista rianimatore, un pediatra, un altro ginecologo e tre ostetriche.

Le successive indagini condotte dal pubblico ministero avevano portato all’archiviazione delle posizioni di quattro degli indagati.

Secondo la versione fornita dal papà all’epoca dell’episodio e riportata dal Resto del Carlino, i medici avevano accertato la perdita di liquido amniotico e avevano ricoverato la gestante. La donna era giunta alla 41esima settimana di gravidanza. Dopo un tracciato di due ore e mezza i sanitari avevano tentato di indurre il parto. Erano seguiti altri tracciati. Dopo diverse ore, la rimozione di un bendaggio avrebbe rivelato la presenza di una sostanza verde. Secondo il personale si sarebbe trattato di meconio. A quel punto i dottori avrebbe deciso di praticare il taglio cesareo. Poco dopo la nascita, tuttavia, è sopraggiunto il decesso. La Procura era intervenuta facendo sequestrare le cartelle cliniche dell’ospedale, il bendaggio e la placenta, oltra a disporre l’esame autoptico.

Il processo, come riporta Repubblica, avrà inizio a maggio. I genitori della neonata, entrambi di origini albanesi, sono in attesa di ottenere un risarcimento e non si sono costituiti parte civile.

 

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