Iscritti nel registro degli indagati l’automobilista che ha causato l’incidente e un medico dell’Ospedale di Mestre

Quando giunse in Ospedale a Mestre i medici, dopo aver effettuato una radiografia,  gli diagnosticarono un “colpo di frusta”. Così, un uomo di 73 anni, vittima di un violento tamponamento automobilistico, era tornato a casa con le rassicurazioni del personale sanitario. Ma la notte stessa aveva accusato un malore e, giunto in ospedale, era stato trasferito d’urgenza a Padova per un’operazione alla testa necessaria a causa di un’emorragia cerebrale; un intervento da cui l’anziano non si sarebbe mai ripreso a causa di successive complicazioni, che lo hanno portato alcuni giorni fa alla morte.

La Procura, su esposto presentato dai familiari della vittima, ha aperto un fascicolo sul caso iscrivendo nel registro degli indagati l’automobilista che causò l’incidente, con l’ipotesi di reato di omicidio stradale, e il medico ortopedico del pronto soccorso che firmò la diagnosi con cui l’uomo era stato dimesso dal nosocomio. Il pm ha disposto l’autopsia sul corpo del paziente deceduto a cui hanno partecipato i consulenti delle parti.

Gli inquirenti dovranno ora verificare l’intero percorso di visita del paziente. L’uomo, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe entrato in ospedale e visitato in prima battuta da un medico del pronto soccorso, che non avrebbe rinvenuto alcun segno dell’emorragia in atto; del resto, sottolineano gli esperti,  non è facile vedere l’evoluzione di un’emorragia cerebrale, se non quando ormai è troppo tardi per intervenire. All’uomo venne quindi effettuata una lastra che evidenziò l’assenza di fratture. Infine intervenne l’ortopedico che, anche sulla base di quanto comunicato dai colleghi, diagnosticò il colpo di frusta mandando a casa il 73enne. I consulenti dovranno capire se in questi passaggi ci siano stati degli errori da parte del personale sanitario.  Ne è convinta la famiglia, che attende l’esito delle perizie per procedere alla richiesta di un risarcimento.

 

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