Scotti (Fimmg): sfugge la valenza scientifica delle terapie equivalenti. In tema di farmaci, vale il principio ‘uno vale uno’

E’ una posizione estremamente critica quella della Federazione italiane dei medici di medicina generale  sulla determina dell’AIFA n. 818/2018 relativa all’impiego di terapie equivalenti. Il provvedimento definisce la procedura e le linee guida di valutazione dell’ equivalenza terapeutica. Essa prevede quindi la possibilità per le Regioni di attivare gare per l’acquisto di farmaci contenenti principi attivi in equivalenza terapeutica. L’obiettivo è quello di razionalizzare la spesa. Permane tuttavia l’obbligo di riservare una quota per le eventuali prescrizioni in deroga da parte dei medici, che dovranno motivare la richiesta.

Per Scotti, in tema di farmaci, vale il principio “uno vale uno”. “Iniziare a guardare al sistema salute portando avanti ragionamenti puramente economici, coprendoli peraltro con una presunta veste scientifica, è del tutto discutibile”. Il riferimento è alla dichiarata valenza scientifica dell’equivalenza terapeutica. “A noi – prosegue– sfugge questa evidenza. E certo non ci aiuta il fatto che la determina non riporti a supporto di questa valenza scientifica alcuna bibliografia. Su questi temi sarebbe, come succede in molti paesi ‘civili’ non solo il caso di essere puntuali, ma anche di aprire una consultazione pubblica prima di addivenire ad una decisione che tenga conto del parere degli addetti ai lavori, delle associazioni dei pazienti e, visto che rappresenta il modo con cui vogliamo concepire l’SSN, dei cittadini”.

Il Segretario nazionale Fimmg rivendica quindi il ruolo e le attribuzioni della Medicina Generale.

Scotti evidenzia in particolare l’esistenza di un duplice sistema che di fatto tende a schiacciare il mmg: da un lato ci sono i vincoli imposti dalle delibere regionali e dall’altro un blocco per l’accesso ai farmaci innovativi, trasformati in ‘oggetti del peccato’”. Su questo tema, pertanto, occorre un confronto “per individuare punti di debolezza, rischi, opportunità e proposte di miglioramento dell’attuale sistema”. Un dibattito che veda il coinvolgimento di tutti gli attori: Associazioni di cittadini e pazienti, Ministero, Aifa, Regioni, Iss e professionisti della salute.

“Non è accettabile – conclude Scotti – che un medico di Medicina generale per definire una prescrizione debba tenere in considerazione il reddito del paziente. La terapia più efficace è, e deve essere, la più efficace, mai l’unica prescrivibile.  Così come il Piano Terapeutico non può essere strutturato come un imbuto che ha il solo effetto di ridurre la prescrizione di farmaci.  Altrimenti viene meno il concetto stesso di personalizzazione della cura”.

 

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