Il terremoto ha prodotto emozioni travolgenti tra le persone colpite, soprattutto i più piccoli. Dolore, shock, incredulità, panico e paura sono i principali stati d’animo che hanno caratterizzato questi giorni.

Gli psicologi sul campo spiegano che un terremoto devasta tutto. Francesca Bennati, psicologa del Centro Alfredo Rampi, è impegnata nell’attività di supporto nelle zone colpite e spiega che l’anima di chi in pochi minuti ha perso tutto è a pezzi. Un’equipe del Centro Rampi è infatti operativa ai piedi di Amatrice per il suo servizio, anche presso l’obitorio dove arrivano le salme per il riconoscimento da parte dei familiari. “Ci sono anche minori fra le vittime – spiega l’esperta all’AdnKronos Salute – e stiamo supportando i genitori e le famiglie in questi momenti difficili. Ci sono anche persone che arrivano da altre parti d’Italia e che erano qui in villeggiatura. Cerchiamo di renderci utili, sia fornendo tutte le informazioni che possiamo dare, sia nel contenimento e nell’accoglienza della sofferenza e dell’incredulità per quello che è successo”.

Uno shock per tutti, anche per gli operatori del soccorso che scavano e che hanno bisogno di essere ascoltati. Molti infatti sono della zona e dunque emotivamente coinvolti. Chi non ha avuto danni fisici ha dovuto però fare i conti con stati di panico e ansia. Immagini che vanno in loop. Il rumore, la paura e il crollo che rivive dentro l’animo di ognuno.

E poi ci sono i bambini che sono i più indifesi e hanno bisogno di disegnarlo. L’esperta Bennati afferma che “in situazioni simili abbiamo visto che uno dei sentimenti che provano i più piccoli è la paura che succeda di nuovo. La paura di perdere dai propri cari fino all’oggetto più insignificante. I bambini sentono, sono abili termometri dell’ansia e della sofferenza dei genitori e sono anche i primi che si lasciano accogliere da noi”. Il primo servizio secondo la psicologa è proprio “accogliere la paura di queste persone, non negarla, perché è inevitabile. Non bisogna ingigantirla ma renderla dignitosa, per quello che è. Evitare la negazione è già un intervento”.

Nel frattempo Save the Children ha creato appositi spazi per i bambini vittime del sisma nella tendopoli della Protezione Civile. “Questo spazio garantisce ai genitori la possibilità di avere del tempo per elaborare i propri lutti, affrontare i problemi dell’immediato e cominciare a pensare al futuro, sapendo che i propri piccoli stanno ritrovando un po’ di serenità e di spensieratezza in un luogo sicuro e protetto”, dichiara Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa dell’associazione.

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