Ecco un’altra storia di un processo penale per presunta responsabilità medica che conferma come in genere il consulente del PM cerca di giustificare il comportamento medico omettendo di analizzare adeguatamente i fatti che hanno generato un danno al querelante.
E’ un concetto che riprendo spesso e che mi porta a considerare come anche in penale, se i consulenti fossero adeguati, ci sarebbero almeno il triplo dei rinvii a giudizio rispetto a quelli attuali. Insomma la giustizia è assolutamente influenzata dall’operato del C.T. la cui attività va regolata a fondo dal legislatore per eliminare i «vulnus» del contenzioso medico legale in sanità. Leggendo attentamente la relazione tecnica del consulente si evince immediatamente come:
- Il consulenza si disinteressa della querela della perizianda;
- Il consulente non chiama a visita la paziente;
- Come incentra la sua attenzione sulla validità prescrittiva dell’indometacina e dei suoi effetti collaterali imprevedibili.
Ma tutto il resto dov’è finito?
Lo studio dei fatti accaduti non ha destato l’attenzione del consulente? E soprattutto il consulente, prof. Universitario e medico, come mai non si domanda se è adeguata una prescrizione di un FANS associata ad una terapia cortisonica in atto? Bah, misteri della fede! Infine (che poi sarebbe la quarta evidenza) come mai il C.T. non costruisce un logico ragionamento controfattuale adeguato al caso trattato?
Cari colleghi medico legali e cardiologi, leggete attentamente la querela, la relazione del C.T e la nostra relazione di parte e dite cosa ne pensate direttamente sulle pagine del giornale, mentre lunedì 23 presenteremo il caso su GoldTv canale 17 alle 23.30 (dopo il processo di Biscardi) nel programma «L’Ora Legale», caso della rubrica «il Fattaccio» curata dalla nostra redazione.
Dr. Carmelo Galipò
Scarica i file pdf:
Querela della sig.ra V.C.
Relazione tecnica del consulente del PM
Relazione medico legale per opposizione