A pagare il prezzo più alto sono le persone più fragili, a maggior rischio di complicanze, tanto che tra il 90 ed il 94% dei decessi si verifica in persone di età superiore ai 65 anni, soprattutto se affette da patologie croniche quali, ad esempio, il diabete, le malattie autoimmunitarie, cardiovascolari e respiratorie croniche. La sola età superiore ai 65 anni comporta un aumento del 70% del rischio di sviluppare complicanze.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno, a livello mondiale, ci siano tra 250.000 e 500.000 morti per influenza; secondo quanto rilevato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, l’infezione influenzale causa circa 40.000 decessi prematuri in Europa. In Italia, ancora oggi, la patologia da virus influenzali è la terza causa di morte per malattie infettive. In particolare nella scorsa stagione 2014-2015 abbiamo avuto un’incidenza cumulativa medio-alta (108 casi per 1.000 assistiti), con 485 casi gravi (contro i 93 della stagione precedente) e 160 decessi (16 rilevati nell’analogo periodo 2014); solo il 7,6 dei casi gravi segnalati ha riferito di essersi sottoposto a vaccinazione antinfluenzale. La fascia di età maggiormente colpita in termini di numero di casi, è quella dei bambini tra 0 e 14 anni, che costituiscono un’importante fonte di contagio. Le complicanze più frequenti sono otiti, sinusiti, bronchite e polmonite, particolarmente temibili per pazienti già pneumopatici, oltre a pericardite, miocardite e complicanze neurologiche.

Una persona con influenza può trasmettere la malattia dalle 24 ore precedenti la comparsa dei sintomi a circa 7 giorni dopo l’inizio della sintomatologia; nei bambini e nei soggetti con sistema immunitario compromesso, il virus può persistere più a lungo. Il contagio avviene da persona sana a soggetto suscettibile in maniera diretta, ossia attraverso le goccioline di saliva che vengono prodotte ed emesse con la tosse, gli starnuti e la fonazione (il semplice parlare) o per via indiretta, mediante il contatto con superfici (anche le mani) sulle quali si sono depositate le goccioline di saliva o le secrezioni di persone ammalate. Anche i costi sociali sono elevatissimi, in quanto annualmente in Italia tra il 4% ed il 12% della popolazione totale sviluppa sindromi simil-influenzali. Ciò significa che in un ristretto intervallo di tempo, di alcune settimane, una consistente parte della popolazione necessiterà di cure e di assistenza (frequente motivo di richiesta di intervento medico e/o ricovero ospedaliero), si assenterà dal posto di lavoro o da scuola (l’assenteismo aumenta del 56% durante la stagione influenzale, provocando la perdita di 500.000 giornate lavorative) o comunque non potrà svolgere le proprie mansioni.

La durata media dell’assenza dal lavoro è di circa 4,8 giorni, pari ad un costo per la comunità di 330 euro per ogni soggetto che contrarrà la malattia. Il Ministero della Salute, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomanda l’esecuzione della vaccinazione antinfluenzale e la offre gratuitamente a particolari categorie di soggetti. La campagna vaccinale ha due obiettivi fondamentali:

  • Ridurre il rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e decesso, particolarmente evidente per le persone fragili e/o a maggior rischio di complicanze;
  • Limitare la possibilità di trasmettere l’infezione vaccinando i soggetti che più facilmente sono in contatto con componenti di categorie a rischio (familiari, personale sanitario, ecc.);
  • Contenere i costi sociali connessi con morbosità e mortalità;

La protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di alcuni mesi, poi tende a declinare. Il virus influenzale è soggetto a mutazioni continue, pertanto ogni anno possono circolare ceppi diversi da quelli degli anni precedenti. Per questa ragione è necessario ripetere la vaccinazione all’inizio della stagione fredda, anche se ci si è già vaccinati in passato. In presenza di una buona corrispondenza fra la composizione del vaccino e i virus influenzali circolanti, l’efficacia stimata della vaccinazione in adulti sani varia dal 70 al 90%; nei bambini e ragazzi fino a 16 anni è pari al 60-70%. L’efficacia del vaccino dipende anche dall’efficacia della risposta anticorpale del soggetto: questo significa che se il sistema immunitario è compromesso, a causa di terapie immuno-soppressive o di patologie in atto, l’immunità conferita dalla vaccinazione potrebbe non essere ottimale.

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