Fulciniti: riconoscimenti salariali e normativi ai professionisti convenzionati che lavorano nell’area della Medicina dei servizi territoriali

“La Medicina dei Servizi Territoriali, deve essere valorizzata e i professionisti medici e sanitari che lavorano in questo ambito devono essere tutelati”. Così Cristina Patrizi, Consigliere Nazionale del Sindacato Medici Italiani, commenta la discussione sull’Accordo Collettivo Nazionale con la parte pubblica, che ha visto coinvolti per oltre otto ore i propri rappresentanti presso la Sisac (Struttura interregionale sanitari convenzionati).

“È arrivato il tempo – sottolinea il Responsabile Nazionale Medicina dei Servizi dell’Associazione, Rocco Fulciniti – di dare il giusto peso, con riconoscimenti salariali e normativi, ad alcune migliaia di professionisti convenzionati nell’area della medicina generale integralmente e funzionalmente strutturati all’interno delle Aziende Sanitarie Locali, in servizi di grande impatto, sia sociali (CAD, SERT, Prevenzione e Vaccinazioni, Medicina Legale )  sia impegnati in  attività istituzionali come, ad esempio, le Direzioni dei distretti e le varie articolazioni operative aziendali”.

“La carenza di professionisti medici, a seguito della gobba pensionistica, deve avere come ricaduta la giusta valorizzazione ed integrazione aziendale di questo gruppo di professionisti, che non può essere penalizzato, così come lo è stato negli ultimi anni, da alcune improvvide modifiche apportate e in particolare nelle versioni di ACN del 2009 e a quelle successive”.

“Per questo – prosegue  Fulciniti – chiediamo alla politica di superare la 502/92, che da quasi 30 anni ha relegato la medicina dei servizi a Cenerentola del comparto dei convenzionati”.

“Siamo soddisfatti per il ripristino all’interno dell’art. 54 della bozza di ACN in esame, proprio del riferimento all’allegato N che disciplina aspetti retributivi importanti, così come il definitivo riconoscimento del ruolo dei medici dei servizi per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, e del  definitivo chiarimento sul compenso aggiuntivo e la formazione obbligatoria che è dovere aziendale garantire ai medici dei servizi. Resta ancora da perfezionare il discorso sulle  tutele socio – sanitarie già previste per altre aree della Medicina Convenzionata, seppure specialistica, quali quelle previste  della legge 104/92”.

“La mia parte sindacale – aggiunge ancora Patrizi – si batte, quindi, per la piena integrazione della medicina dei servizi   nei distretti sanitari  delle aziende. Le nostre proposte non si fermano qui. Sosteniamo la riapertura dell’area di medicina dei servizi territoriali e il superamento della 502/92, per la  piena integrazione dei medici della medicina dei servizi nelle organizzazioni aziendali, consentendo il raggiungimento delle 38 ore per i titolari e la possibilità di attribuire incarichi a tempo determinato, che solo la riapertura dell’ area potrà consentire. Questi sono gli impegni per la medicina dei servizi territoriali che lo SMI ha  sostenuto con specifici emendamenti, alla bozza di ACN attualmente in discussione. Continua la nostra battaglia per piena difesa professione medica”.

“Abbiamo partecipato oggi all’incontro in SISAC – afferma Maurizio Borgese, Responsabile Nazionale 118 del Sindacato Medici Italiani – anche per discutere i punti del nuovo Accordo Collettivo Nazionale riguardanti i medici convenzionati del sistema di Emergenza Territoriale 118, con l’intento di  spuntare miglioramenti lavorativi e salariali per professionisti del settore”.

“Riguardo all’articolo 61 – spiega il rappresentante sindacale – è stata aggiunta la clausola che contiene la previsione che  per il  medico dell’EST 118, che ha partecipato al test di ingresso al corso di MMG ed è entrato in regime di extra borsa nel medesimo corso, le ore settimanali saranno 38 di cui 24 ore lavorate e 14 ore di corso pagate come borsa”.

“Per il resto dell’ACN , compresa la parte riguardante il compenso economico, non vi sono eclatanti modifiche, tanto più – conclude – che le parti economiche  riguardanti gli Accordi Integrativi Regionali  saranno tutte da definire in ambito locale”.

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