Giro di vite del governo sugli affitti brevi: oltre a multe molto elevate sta per essere introdotto un codice identificativo per le case

Arriva la linea dura del Governo sugli affitti brevi e contro l’abusivismo. Si vorrebbero infatti introdurre multe molto alte, fino a centomila euro, ma non solo, contro gli abusivi nel campo degli affitti brevi.

Contestualmente, il Governo vorrebbe introdurre anche un codice identificativo per le strutture ricettive, compresi gli alloggi affittati su piattaforma web come Airbnb.

D’altra parte, quello del cosiddetto home sharing è un business in continua crescita. Basti pensare che solo Airbnb in Italia ha 360mila annunci e 8 milioni di arrivi registrati nello scorso anno.

Sulla stretta riguardante gli affitti brevi, il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio ha fatto il punto, dicendo basta “con le praterie con poche regole”.

Come ha anticipato il Sole 24 Ore, ci saranno degli specifici provvedimenti del governo per contrastare l’abusivismo nel settore degli affitti brevi.

In primis, tutte le strutture ricettive, comprese le case affittate on line, dovranno munirsi di un codice identificativo. Per chi non lo usa scattano multe salate fino a 100mila euro, “come accade in Inghilterra”, evidenzia Centinaio.

Queste misure, per il ministro, serviranno a “far sì che chi lavorerà in legalità avrà il codice identificativo e quindi potrà promuovere e vendere le proprie strutture anche sui siti on line, chi invece non avrà il codice identificativo vorrà dire che sarà un abusivo”.

Attività legislative che andrebbero incontro alle esigenze manifestate da albergatori e regioni, Lombardia e Piemonte in primis, che chiedono, da mesi, la regolamentazione dell’extraricettivo.

Il codice identificativo all’estero è la prassi.

Esso si usa anche in Francia e Inghilterra. E anche in Italia si sta sperimentando: in Lombardia, in particolare, una delibera ha previsto che dallo scorso primo settembre chi affitta stanze o interi appartamenti su piattaforme online dovrà indicare sugli annunci di pubblicità, promozione e commercializzazione un codice identificativo di riconoscimento (Cir). Per chi non fa, sono previste multe da 2500 euro.

Il codice in questione garantisce che l’host ha dato comunicazione di inizio attività al comune di competenza e ha adempiuto a tutti gli obblighi stabiliti.

Tra gli adempimenti previsti, ai gestori toccherà accreditarsi per la denuncia degli ospiti. Inoltre, sarà necessaria la comunicazione di inizio attività e l’ottenimento delle credenziali per la trasmissione dei dati turistici.

Questo andrà fatto in base alle indicazioni dell’autorità di pubblica sicurezza, rispettando alcuni standard qualitativi essenziali.

 

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