In base alla nuova proposta di legge sulla chiusura dei negozi per le domeniche e i festivi, anche Amazon e eBay potrebbero dover aderire

Si è molto discusso, e si continua a discutere, della proposta di tenere chiusi i negozi la domenica: ma ora anche Amazon e eBay, e in generale il mondo dell’ e-commerce, potrebbero farne le spese.

È infatti reale il rischio chiusura per le domeniche ed i festivi per Amazon e eBay e i consumatori non sembrano esserne felici.

La proposta di legge numero 526, illustrata alla Camera dei Deputati dai firmatari Davide Crippa, De Toma, Rachele Silvestri, Vallascas ad aprile recita quanto segue.

“L’ambito di applicazione delle disposizioni proposte è determinato con riferimento a tutti gli esercizi commerciali, comprese le forme speciali di vendita al dettaglio e legate all’e-commerce di cui all’articolo 4, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114”.

Questo, in buona sostanza, significa “che nei giorni festivi il consumatore potrà continuare a collegarsi ai siti di e-commerce, scegliere e completare l’ordine di un prodotto, ma dovrà essere chiaro che l’attività commerciale in questione, se si svolge in Italia, non sarà esercitata in alcune delle sue fasi”.

In poche parole, se ordiniamo qualcosa su Amazon e eBay il nostro ordine inizierà ad essere preparato dal giorno lavorativo seguente.

La proposta specifica un ulteriore aspetto.

“Si provvede conseguentemente all’abolizione delle liberalizzazioni introdotte dal Governo Monti – afferma – ripristinando la situazione precedente, con un ritorno alla liberalizzazione completa per i soli esercizi ricadenti nei comuni a carattere turistico”.

Ma qual è la normativa a riguardo nel resto d’Europa?

Negli altri Stati membri, il lavoro domenicale in nessun caso è completamente vietato. Da un parte ci sono Paesi quali Germania, Grecia e Francia dove le limitazioni sono maggiori.

Dall’altra esistono, anche in questi casi, delle eccezioni. Ad esempio Malta, Ungheria, Finlandia e Danimarca hanno introdotto e successivamente abolito le restrizioni sul lavoro domenicale.

In Francia vale il principio del riposo domenicale. Soltanto i negozi di proprietà privata possono infatti decidere di restare aperti.

Fanno eccezione i negozi alimentari, mentre il riposo domenicale è concesso a partire dalle 13. Ancora, per i lavoratori dei negozi più grandi di 400 metri quadrati, la paga è aumentata del 30%. I negozi non alimentari, invece, hanno la possibilità di aprire previa decisione del sindaco del territorio e la paga è doppia.

In Spagna, ogni Comunità autonoma decide quale sarà il numero totale di domeniche di lavoro annuali autorizzate.

In Germania i negozi restano chiusi la domenica e durante i festivi. Fanno eccezione panetterie, fiorai, giornalai, negozi per la casa, musei, stazioni ferroviarie, stazioni di servizio, aeroporti e luoghi di pellegrinaggio.

In Danimarca non vi sono restrizioni per le aperture domenicali. Tuttavia, durante le maggiori festività i negozi devono chiudere entro le 15.

Per il resto Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia prevedono tutte la liberalizzazione totale degli orari, senza alcuna restrizione, come accade attualmente in Italia.

 

Leggi anche:

NEGOZI CHIUSI LA DOMENICA: LA PROPOSTA CHE DIVIDE GLI ITALIANI

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui