I sindacati sono intervenuti in audizione al Senato nell’ambito della discussione sul ddl volto a contrastare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario
Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario “sta assumendo una dimensione preoccupante che incide non solo sulle persone colpite ma su tutto il sistema”. Si tratta di un problema “che va affrontato mettendo in campo misure per prevenirlo, per quanto possibile e per garantire la sicurezza sul lavoro”.
Ad affermarlo le associazioni Cgil e Fp Cgil nel corso di un’audizione informale presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato. L’oggetto dell’intervento è il disegno di legge in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie allo studio del Parlamento.
“Occorre inserire un obbligo da parte delle aziende di elaborare programmi di prevenzione della violenza – hanno sottolineato i rappresentanti sindacali -. È analogamente auspicabile la costituzione di commissioni paritetiche, tra sindacati e aziende”.
L’obiettivo sarebbe quello di “individuare l’implementazione delle azioni e delle misure necessarie per un programma antiviolenza”.
Le Commissioni, oltre alla prevenzione, dovrebbero prevedere “la diffusione di una politica di tolleranza zero verso atti di violenza”. Il tutto attraverso la “predisposizione di un team, costituito da personale dedicato, addestrato a gestire situazioni critiche e alla mediazione dei conflitti.
Inoltre, secondo Cgil e Fp Cisl, va incoraggiato il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e suggerire le misure per ridurre i rischi. In tal senso andrebbero previsti specifici momenti formativi.
Un’altra necessità è quella di facilitare il coordinamento con le Autorità di pubblica sicurezza. Ciò al fine di fornire un valido supporto per identificare le strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari.
E ancora, secondo le sigle sindacali, bisognerebbe assegnare la responsabilità della conduzione del programma a soggetti o gruppi di lavoro addestrati e qualificati e con disponibilità di risorse idonee.
Infine, andrebbe valutata la necessità di installare impianti di allarme o altri dispositivi di sicurezza nei luoghi dove il rischio è elevato.
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