Rinviati a giudizio in undici in un’inchiesta sugli appalti truccati in sanità. Si indaga su tangenti per servizi di pulizia in tre ospedali
Ennesima inchiesta su appalti truccati in sanità. Questa volta i fatti si sono svolti a Napoli dove undici imputati sono stati rinviati a giudizio.
Al centro dell’inchiesta sugli appalti truccati in sanità ci sarebbero delle tangenti per servizi di pulizia in tre ospedali partenopei.
Agli undici imputati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione e turbativa d’asta.
In particolare, i reati in questione si riferirebbero agli appalti per le pulizie negli ospedali pediatrici napoletani Santobono, Pausillipon e Annunziata.
A stabilire il rinvio a giudizio è stato il gup del Tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda che ha, a sua volta, accolto le richieste del pm Henry John Woodcock.
Al centro dell’inchiesta – condotta dallo stesso Woodcock, da Celeste Carrano e da Enrica Parascandolo – c’è un appalto da 11 milioni e 500mila euro.
A essere coinvolti nelle indagini della Procura e rinviati a giudizio, tra gli altri, anche il dirigente medico e presidente della commissione di gara Pasquale Arace. Insieme a lui, anche il caposala del reparto chirurgia Giorgio Poziello.
Secondo l’accusa, vi furono accordi per il versamento di tangenti pari al due per cento dell’importo dell’appalto da parte degli imprenditori della Manutencoop di Bologna e della Euro servizi generali Group.
Questi avevano dato vita a una Ati, una associazione temporanea di imprese.
E a giudizio finiscono anche Guglielmo Manna, all’epoca dei fatti capo del settore legale della struttura ospedaliera ed ex marito del giudice Anna Scognamiglio. Quest’ultima è il magistrato che si occupò del procedimento per l’applicazione della legge Severino nei confronti del governatore De Luca (entrambi finiti sotto inchiesta).
Il processo, davanti alla quarta sezione del Tribunale, comincerà il primo marzo 2018.
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