Il primo trapianto di vertebre umane è stato eseguito all’Istituto ortopedico Rizzoli su un paziente di 77 anni colpito da una forma maligna di tumore osseo

Per la prima volta al mondo, all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, una parte di colonna vertebrale è stata sostituita da quattro vertebre umane. “Un risultato straordinario – ha affermato il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini – che rappresenta una svolta nella storia dei trapianti in Italia e nel mondo”. Il primo trapianto di vertebre umane è stato eseguito lo scorso 6 settembre su un paziente di 77 anni colpito da cordoma, una forma maligna di tumore osseo.

L’intervento è stato realizzato da un’equipe guidata dal direttore della Chirurgia Vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo del Rizzoli, Alessandro Gasbarrini. È stato lo stesso medico ad illustrare i dettagli di questa operazione ad altissima complessità. “Abbiamo ricostruito la colonna vertebrale del paziente nel modo più simile alla conformazione naturale – ha spiegato –  ripristinando un’anatomia perfetta grazie all’impianto di un osso con struttura identica a quello che abbiamo dovuto togliere a causa del tumore”.

“Per ogni paziente dobbiamo individuare la soluzione migliore, in considerazione del percorso di cura e delle esigenze individuali”.

“Sostituire tessuto umano con tessuto umano – ha aggiunto Gasbarrini – è in linea generale quanto c’è di meglio per l’organismo, e questo vale anche per le ossa. Non sempre è la soluzione possibile, e quindi è necessario ricorrere ad impianti di materiali artificiali. Per quanto riguarda le vertebre, fino ad oggi sono state sostituite con diafisi di femore, quindi un osso proveniente da un altro distretto anatomico, con una struttura differente da quella della vertebra e una minore possibilità di integrazione. L’impianto delle quattro vertebre nel paziente – ha concluso lo specialista – ci avvicina all’obiettivo di una perfetta fusione con la sua colonna vertebrale e ottimizza un percorso di cura con radioterapia, che non sarebbe stata compatibile ad esempio con una protesi in titanio”.

Il tessuto muscolo-scheletrico è stato prelevato da un’équipe del Rizzoli reperibile h24, secondo le modalità della Rete dei trapianti.

Grazie alle competenze ortopediche specialistiche, è stato possibile procedere al prelievo da donatore cadavere delle vertebre che sono state utilizzate nell’intervento, dopo essere state trattate. Una volta eseguiti tutti i test per garantirne l’idoneità dal punto di vista microbiologico, il tessuto è stato “preparato” attraverso la lavorazione in un’area a contaminazione controllata di Classe A, quella di massima sterilità, e poi conservato a – 80°.

Questo percorso complesso e non convenzionale è stato possibile grazie alla Banca del tessuto muscolo scheletrico dell’Emilia Romagna. Quest’ultima, attiva dal 1962, fornisce il 50% di tutto il tessuto muscolo-scheletrico utilizzato nel nostro Paese consentendo ogni anno di effettuare oltre 5 mila interventi su deformità come la scoliosi, malattie oncologiche o traumi in ambito ortopedico, neurochirurgico ed odontostomatologico.

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