Uno studio condotto dalla FIMMG ha analizzato la differenza annuale, in termini di tasso di cadute degli anziani, tra un gruppo di pazienti non informati e un gruppo di pazienti a cui viene offerto un programma di intervento coordinato dal MMG
Il medico di famiglia, attraverso un’attività di informazione e prevenzione, può contribuire a ridurre di circa il 20% il numero delle cadute degli anziani e di circa il 45% il numero di accessi al pronto soccorso. E’ quanto emerge dallo studio PREMIO (Studio di Prevenzione primaria delle cadute domiciliari in pazienti anziani a rischio).
Il lavoro, realizzato dalla Scuola di Ricerca della FIMMG in collaborazione con il Centro Ricerche San Raffaele Roma, è stato presentato nell’ambito del 76° Congresso nazionale FIMMG-Metis, in corso a Villasimius.
Obiettivo primario dello studio è l’analisi della differenza annuale, in termini di tasso di cadute riportate, tra un gruppo di pazienti non informati e un gruppo di pazienti a cui viene offerto un programma di intervento coordinato dal MMG.
Il lavoro ha visto 118 ricercatori arruolare 1747 pazienti di oltre 65 anni, divisi in due gruppi, e seguirli nell’arco di 12 mesi.
I risultati preliminari mettono in evidenza una riduzione di circa il 20% di cadute complessive degli anziani appartenenti al secondo gruppo. Si registra, inoltre, una significativa riduzione degli accessi al pronto soccorso, tra i due Gruppi di circa il 45%, oggi intasati a causa degli innumerevoli accessi impropri.
“La medicina generale ha condotto con grande impegno questo studio – ha sottolineato Walter Marrocco, direttore della Scuola di Ricerca della FIMMG – dimostrando capacità di svolgere studi di popolazione pur affrontando una serie di difficoltà, tra cui la mancanza di un quadro normativo che faciliti l’attività di ricerca e l’assenza degli elenchi dei medici ricercatori in medicina generale non presente in tutte le ASL, come previsto dalla legge”.
La ricerca sembra altresì dimostrare come l’intervento del Medico di Medicina Generale sia particolarmente efficace nella prevenzione delle conseguenze legate all’invecchiamento della popolazione e agli effetti negativi delle condizioni di cronicità e complessità dei pazienti reali.
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