Oltre 4mila casi di morbillo registrati da gennaio ad oggi. Le segnalazioni aumentano mentre non si arresta lo scetticismo dei “no vax”

Ottantasei segnalazioni solo nella prima settimana di agosto. Quattromila e ottantasette i casi di morbillo segnalati da gennaio ad oggi. Tre morti. Numeri impressionanti quelli che riguardano la diffusione di una malattia che si riteneva fosse del tutto sotto controllo. Non è così. Prova ne sia il fatto che l’agenzia governativa per il controllo delle malattie negli Stati Uniti, a chi deve venire in Italia, raccomanda di farsi vaccinare.

L’obbligatorietà della vaccinazione

Del tema si è discusso anche al “Meeting salute” in corso a Rimini, dal 20 al 26 agosto. Secondo il prof. Massimo Galli, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano, il problema è serio. I numeri sembrano dare la misura di “un’emergenza conseguente alla progressiva riduzione della percentuale dei vaccinati e che richiede interventi importanti, il primo dei quali è stato il recente decreto che reintroduce l’obbligatorietà della vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia (MMR)”. Potrebbe tuttavia non essere sufficiente la vaccinazione dei bambini .“E’ possibile che ci voglia anche dell’altro – riconosce il professor Galli – Il 56% dei casi di quest’anno ha riguardato persone di età compresa tra i 15 e i 39 anni”.

Il fenomeno dei “no vax”

A dispetto di queste cifre, la diffidenza verso la vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia resta alta. L’indimostrata relazione tra questo e l’autismo, divenuta virale sul web, ha probabilmente contribuito ad aumentare lo scetticismo dei cosiddetti “no vax”. Secondo un recente studio dell’Università di Pisa, ci sarebbe una relazione tra la riduzione della copertura vaccinale per MMR nel periodo 2010-2015 e l’aumento dell’attività dei social network sul tema “autismo e vaccino MMR”. Inoltre, stando ad un’altra ricerca condotta in Friuli Venezia Giulia, si sta verificando un curioso fenomeno. Se tra il 1995 ed il 2000 correvano il rischio di non essere vaccinati i figli di donne straniere e con bassa scolarità, ora il trend si è capovolto. Nei nati tra il 2006 ed il 2010, a correre lo stesso rischio, sono infatti i bambini avuti da madri italiane e con alti livelli d’istruzione.
 
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