Salvini chiede di accelerare l’esame della proposta di legge della Lega sulla castrazione chimica come soluzione per i reati sessuali.

È una proposta di legge del 2014, quella che prevede la castrazione chimica come soluzione per i reati sessuali. Tra i promotori, il leader della Lega, Matteo Salvini, che cavalca i recenti fatti di violenza alle donne per rivendicare la calendarizzazione del ddl.
Di fatto, si chiede una terapia farmacologica di blocco androgenico totale. Una vera e propria castrazione chimica. Nicola Molteni, primo firmatario del ddl, sottoscritto da tutti i deputati leghisti, sostiene che l’introduzione di questa pratica, nel codice penale, non possa più attendere. Soprattutto per le violenze ai danni di minori.

La castrazione chimica

A parere di Molteni, la castrazione chimica come soluzione per i reati sessuali andrebbe a colmare un vuoto dell’ordinamento italiano. Secondo il deputato leghista, nell’attuale disciplina penale vi sarebbe la mancanza di adeguate misure sanzionatorie e di prevenzione.
La stessa proposta di legge della Lega elenca i paesi esteri dove, ad oggi, esiste già la castrazione chimica. Si tratta di Stati Uniti, Germania, Danimarca, Svezia, Francia e Spagna. A dire dei firmatari, comminare una pena del genere avrebbe un triplice effetto: quello deterrente, quello preventivo e quello risolutivo del problema.

Il contenuto del ddl

La proposta di legge della Lega prevede il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale per coloro che commettono reati sessuali, in particolare a danno di minori.
La pena verrebbe applicata per i reati previsti all’art. 609-bis e seguenti del codice penale, con relative aggravanti, una volta valutata “la pericolosità sociale e la personalità del reo, nonché i suoi rapporti con la vittima del reato”.
Essendo reati che presentano un elevato tasso di recidiva, la ratio è anche quella di evitare che questi reati vengano ripetuti. Il trattamento sarebbe in ogni caso somministrato nei casi di reiterazione, e quando le vittime sarebbero minori.
Inoltre, nel provvedimento, il giudice deve indicare il metodo con il quale procedere alla castrazione chimica e la struttura nella quale il trattamento deve essere somministrato. È previsto anche un percorso psicoterapeutico e la possibilità di richiedere volontariamente il trattamento.

L’appello di Calderoli

Dal canto suo, anche il senatore Calderoli partecipa al dibattito. E chiede, oltre alla castrazione chimica come soluzione per i reati sessuali, un’irreversibile castrazione chirurgica, nei casi di recidiva. Annunciando il deposito di un ddl ad hoc.
A chiedere con forza un aumento della pena, per i casi di violenza sessuale, è anche Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale. Citando i recenti casi di violenza sessuale, il deputato invoca la “tolleranza zero”.

Il piano antiviolenza

Intanto, la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, nel corso della riunione interistituzionale dell’osservatorio antiviolenza, ha presentato la bozza del nuovo “Piano nazionale antiviolenza”, che avrà durata triennale, e le linee guida per le aziende sanitarie e ospedaliere, per il soccorso e l’assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza.
Il piano è stato realizzato dopo un percorso di confronto tra vari enti: il dipartimento Pari Opportunità con le altre amministrazioni centrali coinvolte, le Regioni, i Comuni, le associazioni impegnate sul tema e gli enti pubblici di ricerca.

Le linee guida del piano antiviolenza

Tre le linee di intervento previste. Il contrasto alla violenza attraverso una maggiore attenzione alla comunicazione sul fenomeno, e la formazione di operatori pubblici e privati. Poi, reti territoriali di protezione delle vittime. Unitamente al perseguire e punire, in sinergia con i soggetti istituzionali, quali ministero dell’Interno, della Difesa, della Giustizia, Csm, tribunali penali, civili e minorili, gli autori dei crimini.
Infine, la costruzione di un sistema integrato di raccolta dei dati ad opera dell’Istat che, con un’analisi valutativa, condotta da Dipartimento pari opportunità con IRPPS-CNR, soprattutto, studierà effetti e risultati delle azioni messe in campo.
È inoltre previsto un sistema di intervento per la presa a carico delle donne vittime di violenza, che si rivolgono alle strutture ospedaliere. Le linee guida saranno adottate con decreto del presidente del Consiglio dei ministri d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni e Province autonome.
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