La cinquantenne, aveva deciso  di ricorrere alla chirurgia estetica per risollevare il seno. Ma i  risultati l’hanno indotta ad avviare una causa civile nei confronti di struttura e medici

“Non posso più indossare il bikini perché ho il ventre completamente deturpato e non posso minimamente stare al sole perché la ferita all’addome mi brucerebbe. Sotto l’occhio mi è rimasto una sorta di grande grumo per un filler non richiesto e uno dei miei seni è asimmetrico”. E’ la denuncia di un’imprenditrice cinquantenne svizzera che, attraverso le pagine del Resto del Carlino, racconta la sua disavventura con la chirurgia estetica.
La donna ha avviato una causa civile contro una clinica privata del Riminese e contro i medici che l’hanno avuta in cura. La richiesta danni non è stata ancora ufficialmente quantificata ma, in base a quanto riferisce il quotidiano emiliano, potrebbe aggirarsi sul mezzo milione di euro.
La signora si era ricoverata nel luglio del 2017 per un’operazione al ginocchio. Una volta in clinica si era informata per delle pratiche di chirurgia estetica e, dopo un colloquio con lo specialista, aveva deciso di intraprendere una addominoplastica nonché un intervento per risollevare il seno.
Prima di entrare in sala operatoria, nel settembre dello stesso anno, il chirurgo, come riporta sempre il Resto del Carlino, aveva promesso di farle un regalo: un filler al volto per sembrare più giovane. Il giorno successivo, tuttavia, erano subito emerse delle complicanze.

La paziente, in particolare, riferisce di aver subito notato una perdita di sangue al seno.

Nei giorni successivi le sue condizioni non sarebbero migliorate, nonostante controlli e medicazioni quotidiane. La donna si sarebbe quindi rivolta a una clinica di Milano e, solo allora,  sarebbe venuta a capo dell’infezione sviluppatasi.
“Ma il rigonfiamento sotto l’occhio ed il seno asimmetrico restano. Così come mi è restata la zoppia – afferma la donna -. Infatti, per curare i danni che mi erano stati procurati dall’intervento estetico, ho dovuto sospendere la fisioterapia che stavo effettuando per la riabilitazione post operatoria al ginocchio”.
L’imprenditrice, tramite il suo legale, ha fatto partire un ricorso per accertamento tecnico preventivo ai fini conciliativi. Ma, riferisce l’avvocato “i tempi vengono continuamente dilatati, tanto che pochi giorni fa ho presentato un’altra istanza in tribunale perché i tecnici nominati dal giudice non hanno ancora consegnato la bozza della perizia”.
L’avvocato fa sapere comunque che la sua cliente sta valutando  di sporgere denuncia contro la casa di cura e i medici per lesioni personali gravissime. Si prospetta, inoltre,  una segnalazione all’Ordine dei medici contro i periti del tribunale che ancora non hanno depositato le consulenze.
 
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