Le procedure, il cui iter inizia a giugno 2015, avevano ottenuto il via libero di Ministero della Salute e Mef

“Le procedure avviate oltre un anno fa, per completare l’organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all’applicazione della legge 194 presso il Centro di Riferimento Regionale dell’Ospedale S. Camillo, non contengono alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all’obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all’erogazione del servizio”.
E’ la replica della Regione Lazio all’Ordine dei Medici di Roma che, tramite il presidente Giuseppe Lavra, aveva chiesto all’Ente guidato da Nicola Zingaretti, il ritiro dell’atto parlando di “forzatura gestionale e amministrativa” che conculca conculcherebbe “un diritto inalienabile”.
Tutta la procedura, sottolinea la Regione Lazio in una nota, ha avuto inizio con il decreto 227 del 6 giugno 2015 del Commissario ad acta che non ha avuto rilievi da parte dei Ministeri affiancanti, ovvero il Ministero della Salute e Ministero dell’Economia e Finanze.
“Meraviglia pertanto – continua la nota – che l’Ordine dei Medici di Roma non conosca i contenuti di atti che risalgono al mese di giugno 2015 pubblicati sul Bollettino Ufficiale. Peraltro nell’ambito delle procedure previste è stata espletata anche la mobilità, mediante avviso pubblico di mobilità volontaria regionale e interregionale con relativa graduatoria di merito pubblicata nel febbraio del 2016. È singolare che l’Ordine sia contrario all’assunzione attraverso un concorso pubblico di due medici inscritti all’Ordine stesso”.

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui