Il consenso informato è una prestazione autonoma del medico ma ugualmente fondamentale e obbligatoria

Il consenso informato costituisce legittimazione e fondamento del trattamento sanitario. In assenza di consenso informato, al di fuori dei casi previsti dalla legge, il comportamento del medico è un illecito.

Il punto di diritto affrontato nella sentenza 32124/2019 della Corte di Cassazione è per l’appunto il diritto fondamentale della persona alla consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico, nell’ottica che nessuno può essere obbligato a sottoporsi a un determinato trattamento sanitario se non per legge.

Nel caso di specie i congiunti di una paziente deceduta a seguito di un intervento di rimozione di ernia discale, che seguiva ad altri interventi chirurgici cui la paziente si era sottoposta, rimanendo affetta da una infezione dovuta all’aspergillo.

Alle doglianze di parte ricorrente, l’Azienda Sanitaria eccepiva che il corso degli eventi era stato determinato dall’insorgere di patologie collaterali impreviste e imprevedibili.

La Suprema Corte, adita dai congiunti della defunta, nell’esame dalla questione ha rilevato innanzitutto  che “l’acquisizione da parte del medico del consenso informato costituisce prestazione altra e diversa da quella dell’intervento medico richiestogli, assumendo autonoma rilevanza ai fini dell’eventuale responsabilità risarcitoria in caso di mancata prestazione da parte del paziente……Il consenso informato attiene al diritto fondamentale della persona all’espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico, atteso che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge ( anche quest’ultima non potendo violare i limiti imposti dall’articolo 32 Cost. comma 2 al rispetto della persona umana). Trattasi di obbligo che attiene all’informazione circa le prevedibili conseguenze del trattamento cui il paziente viene sottoposto, al fine di porlo in condizione di consapevolmente consentirvi”.

La Corte aveva precedentemente ribadito come il consenso informato debba essere richiesto anche per eventi la cui probabilità di verificarsi sia molto scarsa, o addirittura vicina al caso fortuito.

La Corte di Cassazione, giudicati i motivi infondati e inconsistenti, ha rigettato proposto e compensato le spese tra le parti.

                                                                       Avv. Claudia Poscia

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