Il Tribunale di Roma fa il punto in merito all’assegnazione della casa coniugale alla coppia senza figli: quando negata, non fa scattare l’assegno all’ex coniuge.

Con la sentenza 19079/18, il Tribunale di Roma fornisce chiarimenti nel caso in cui, in un divorzio di una coppia senza figli, si debba decidere in merito all’ assegno per l’ex coniuge dinanzi al diniego dell’assegnazione della casa coniugale.

Secondo i giudici, l’attribuzione serve alla conservazione dell’ambiente domestico per i minori e sta il diritto comune a regolare la sorte dell’immobile in comproprietà.

In sostanza, per il Tribunale di Roma non spetta l’assegno divorzile alla moglie nell’ambito di un divorzio di una coppia senza figli. E questo, anche se alla donna non viene assegnata la ex casa familiare perché alla luce della condizione economico-reddituale delle parti la decisione non crea a sfavore della signora alcuno squilibrio da colmare con il contributo a carico della controparte.

La vicenda

La prima sezione civile del tribunale di Roma (giudice relatore Damiana Colla), ha citato nel caso di specie la pronuncia la sentenza delle Sezioni unite civili della Cassazione 18287/18.

Tale sentenza ha precisato la natura perequativa oltre che assistenziale dell’assegno divorzile.

In sostanza, è stato corretto il tiro rispetto alla precedente 11504/17, con cui la prima sezione civile ha dichiarato il principio dell’autoresponsabilità economica dei coniugi mandando in soffitta il criterio del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio ai fini del diritto e della determinazione del trattamento a carico della controparte.

Come noto, il divorzio nuoce sempre al coniuge più debole economicamente. Si tratta di una circostanza che può accentuare il divario economico fra le parti.

Ebbene, l’assegnazione della casa familiare, serve a garantire ai minori la conservazione dell’ambiente domestico.

Tuttavia, nel caso di una coppia senza figli, la sorte della casa coniugale resterà disciplinata dal diritto comune dopo che è stata occupata da lei in seguito alla separazione. Quanto all’ex consorte, l’uomo risulta tornato a vivere dai suoi genitori che lo aiutano economicamente. Anche la ex moglie però è in difficoltà, con uno stipendio da colf di soli 700 euro al mese.

Tuttavia, ella deve comunque deve ritenersi in condizioni di procurarsi i mezzi di sussistenza indicati dalla sentenza 11054/17 perché non ha dimostrato il contrario.

E per ora continua a vivere nella casa di proprietà comune. Spese di lite interamente compensate.

 

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