La Corte di Cassazione, con una recente pronuncia, fornisce chiarimenti in merito alla vendita di pacchetti azionari sottocosto per incassare liquidità

Con la sentenza n. 30335 del 23 novembre 2018, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti in merito alla vendita di pacchetti azionari sottocosto.

Secondo gli Ermellini, infatti, non configura un abuso del diritto la vendita di pacchetti azionari sottocosto per incassare liquidità.

La vicenda

Nel caso di specie, gli Ermellini hanno accolto il ricorso della società partecipata che per ottenere del denaro aveva venduto pacchetti azionari sottocosto.

La decisione si inserisce in un filone giurisprudenziale più garantista per le aziende alle quali viene contestata l’elusione fiscale.

Secondo la Cassazione, affinché possa configurarsi l’elusione fiscale devono sussistere tre elementi.

In primis, la presenza di un vantaggio scale indebito. Poi, l’aggiramento di obblighi e divieti, poiché il contribuente costruisce un espediente per realizzare un risultato diverso da quello che viene vietato dal sistema fiscale.

Infine, deve sussistere l’assenza di valide ragioni economiche.

Non solo. Precisano gli Ermellini che il contribuente non può trarre indebiti vantaggi fiscali dall’utilizzo distorto, pur se non contrastante con alcuna specifica disposizione, di strumenti giuridici idonei ad ottenere un risparmio fiscale. O comunque non in mancanza di ragioni economicamente apprezzabili che giustifichino l’operazione.

Ancora, l’elusione fiscale e la disciplina di cui all’art. 37 bis d.p.r. 600 del 1973 si modulano diversamente quando si parla di un gruppo di imprese.

Infatti, in materia tributaria, il divieto di abuso del diritto si traduce in un principio generale antielusivo.

Questo preclude al contribuente il conseguimento di vantaggi fiscali ottenuti mediante l’uso distorto di strumenti giuridici idonei a ottenere un’agevolazione o un risparmio di imposta, in mancanza di ragioni economiche apprezzabili, che giustifichino l’operazione, diverse dalla mera aspettativa di quei benefici.

In conclusione, precisa la Corte di Cassazione, il carattere abusivo va escluso quando è individuabile una compresenza, non marginale, di ragioni extrafiscali, che non necessariamente si identificano in una redditività immediata, laddove consistono in esigenze di natura organizzativa ed in un miglioramento strutturale dell’azienda.

Hai avuto un problema simile? Scrivi per una consulenza gratuita a redazione@responsabilecivile.it o scrivi un sms, anche vocale, al numero WhatsApp 3927945623

 

Leggi anche:

CONTABILITÀ ONLINE, PRONTO IL SISTEMA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

 

 

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui