Il referendum di ieri non ha raggiunto il quorum. Ha votato circa il 32% degli aventi diritto, percentuale bassa, ma comunque superiore a quella raggiunta nella maggior parte delle ultime consultazioni referendarie.

Gli italiani erano chiamati a esprimersi sui tempi di durata delle concessioni petrolifere in mare, ma al di là del valore stringente del quesito, il referendum si è fortemente caratterizzato politicamente e, nei circa 13 milioni di “si” è possibile leggere prima di tutto un giudizio sulle scelte energetiche del nostro Paese e quindi sulla possibilità di puntare ancora sulle estrazioni di fonti fossili.

D’altra parte, non può sfuggire un dato significativo del voto di ieri: la Basilicata, il territorio di gran lunga maggiormente interessato dalla questione “trivelle”, è l’unica regione in cui è stato superato il quorum, con un plebiscito per i Si.

E’ evidente che chi conosce da vicino la realtà delle estrazioni petrolifere, ha maggiore conoscenza e sensibilità verso i problemi, per l’ambiente e la salute dei cittadini, che derivano da questi interventi.

Come Responsabile Civile intendiamo cogliere la sollecitazione che è arrivata in questi giorni da milioni di italiani e, fuori dalle inevitabili deformazioni di una campagna elettorale, intendiamo approfondire un argomento tanto importante, in particolare per gli aspetti legati alla salute dei cittadini.

Lo faremo nello stile di Responsabile Civile, con pareri tecnici e ascoltando voci diverse, cercando di capire se ci sono rischi per la salute e chi, eventualmente, ne è responsabile. Dalla parte dei cittadini, come sempre.

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