L’identificazione degli autori del reato di diffamazione commesso via Facebook è possibile non soltanto attraverso la richiesta alla società Facebook, che ha sede all’estero, ma anche dall’analisi e dalle informazioni contenute nei loro profili

La vicenda

Un personaggio politico aveva sporto querela per diffamazione, in quanto vari soggetti su Facebook avevano pronunciato frasi offensive nei suoi confronti.

Il Pubblico Ministero aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, ritenendo che non fossero identificabili gli autori del reato, dal momento che le possibilità di accertamento dell’identità dell’utente di Facebook passa necessariamente attraverso la richiesta rivolta alla società Facebook, “che è notorio che non fornisce indicazioni sui propri utenti se non in casi particolarmente gravi e, avendo sede all’estero, è difficilmente compulsabile dall’Italia”.

Nel presentare l’atto di opposizione all’archiviazione, la parte offesa aveva, tuttavia, rilevato che buona parte dei soggetti che avevano pronunciato le frasi oggetto di contestazione (sul cui contenuto diffamatorio non vi erano dubbi) avevano profili Facebook “pubblici” nei quali indicavano il proprio nome e cognome, postavano foto che li ritraevano da soli o con familiari ed amici, e davano indicazioni varie sulla propria identità (data di nascita, luogo di lavoro e di dimora): in altre parole era tutti (o quasi) facilmente identificabili.

L’identificazione degli autori del reato di diffamazione

Ad avviso della difesa, dunque, il Pubblico Ministero aveva a disposizione materiale di indagine (esame di tali profili Facebook ed analisi dei dati anagrafici o di contesto lavorativo in essi inseriti, oltre che delle fotografie) sufficiente per arrivare alla identificazione di tali soggetti, riscontrabile mediante l’acquisizione dei loro telefoni cellulari o computer o attraverso la loro cerchia di amici.

Ebbene, l’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari di La Spezia (n. 1755/2019) ha accolto la richiesta della difesa e ha disposto ulteriori indagini per l’identificazione degli autori del reato, quali “l’esame di tali profili Facebook ed analisi dei dati anagrafici o di contesto lavorativo in essi inseriti, oltre che delle fotografie) per arrivare alla identificazione di tali soggetti, riscontrabile mediante l’acquisizione dei loro cellulari o computer, onde verificare se effettivamente essi accedevano a tali profili e, attraverso l’esame della loro cerchia di amici onde verificare l’effettiva identità del soggetto e ancora attraverso l’esame della persona che risultava ufficialmente titolare del profilo”.

Avv. Sabrina Caporale

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