Il 12 dicembre si ferma la sanità pubblica e Anaao Assomed si schiara accanto alla civile protesta di medici e dirigenti sanitari

Domani, 12 dicembre, si ferma la sanità pubblica. Lo sciopero di medici e dirigenti sanitari sarà una “protesta civile” secondo Anaao Assomed. La associazione, infatti, si schiera in prima linea a difesa dei diritti di categoria. E con la nota diffusa ieri, ribadisce le ragioni dello sciopero.
“Il SSN finora si è sostenuto sul sacrificio di medici e dirigenti sanitari. – afferma Anaao – E le Regioni hanno garantito i LEA, almeno quelle che lo hanno fatto, a spese dei professionisti, delle loro ferie, delle loro risorse accessorie, dell’abuso del loro orario di lavoro”.

Dunque, si ferma la sanità pubblica. E mette al centro le istanze di medici, dirigenti sanitari, strutturati e precari, compresi quelli storici della ricerca, atipici.

Uno stop che non mancherà di provocare disagi.
Lo sciopero “causerà domani la sospensione di 40.000 interventi chirurgici, di centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. La sanità chiude un giorno per non chiudere per sempre”.
La protesta, inoltre, mira a mettere in luce le richieste di chi vive da tempo una condizione lavorativa precaria. Spesso “caratterizzata da mancato rispetto delle pause e dei riposi, milioni di ore di lavoro non retribuite e non recuperabili, ferie non godute, turni notturni ad una età alla quale tutte le categorie, pubbliche e private, sono esonerate, reperibilità oltre il dettato contrattuale su più ospedali contemporaneamente, aumento dei carichi di lavoro festivi e notturni, progressioni di carriere rarefatte, livelli retributivi inchiodati al 2010 con perdite calcolate fino ai 50.000 euro per i giovani ed i livelli apicali”.

Anche la situazione dei giovani, però, è commentata con durezza dall’associazione.

“Un’intera generazione di giovani – afferma la nota – è relegata dopo 11-12 anni di formazione in contratti di lavoro precari ed atipici, molto simili ad un caporalato 2.0, o nel limbo della disoccupazione post laurea”.
Una circostanza che sembra non trovare soluzioni. Lo sciopero di domani intende quindi essere un modo per ricordare alle istituzioni i problemi della sanità. E trovare delle soluzioni
“Se non rioccuperemo uno spazio politico – prosegue Anaao Assomed – Regioni e aziende, con l’inerzia del ministero, assegneranno il ruolo ed il lavoro del medico a chi si offre a minor prezzo e con maggior interesse della politica”.
“Per questi motivi – conclude l’associazione – chiamiamo i Medici ed i Dirigenti sanitari a mobilitarsi”.
Il senso è quello di dare più forza a una battaglia comune. Quella per “per chiedere al Governo una inversione di rotta che riporti la sanità pubblica, e quindi la salute degli italiani, nella agenda della politica nazionale, con la legge di bilancio e con il CCNL, invece di scommettere contro se stesso investendo i soldi dei libretti postali nella sanità privata”.
 
 
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