Per le finalità del decreto sono stanziate risorse pari a 406 mila euro per anno.

Il Ministero della Salute ha firmato un decreto interministeriale per garantire la retribuzione e la contribuzione figurativa anche a quei donatori di sangue e di «emocomponenti» ai quali il medico del servizio trasfusionale abbia certificato la non idoneità alla donazione.

Il provvedimento, preso d’intesa con il Mef, serve ad incentivare la promozione della donazione di sangue e per venire incontro a quei cittadini che, pur ispirati dal valore della volontarietà e gratuità, vengano riconosciuti inidonei alla donazione.

Si è cosi concluso l’iter previsto dall’articolo 8, comma 2, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, con cui sono disciplinate le modalità attraverso le quali i lavoratori dipendenti, ovvero interessati dalle tipologie contrattuali di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, possono accedere alla garanzia a carico dello Stato che consente loro di vedersi riconosciuta la retribuzione e la contribuzione figurativa, nel caso in cui il medico del servizio trasfusionale certifichi la non idoneità alla donazione.

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