Dottoressa stuprata: nessuna derubricazione a incidente sul lavoro

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Era una falsa notizia quella che riguardava la derubricazione della violenza sulla dottoressa stuprata a banale incidente sul lavoro

Si è scagliato contro la stampa il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che in una lettera inviata all’ordine nazionale dei giornalisti sul caso della dottoressa stuprata, ha criticato la diffusione di false notizie.
Nello specifico, quella secondo cui la violenza sessuale di cui la professionista è stata vittima mentre era in servizio come guardia medica fosse stata derubricata a mero incidente sul lavoro.

Il procuratore ha infatti smentito tutto, affermando di aver appreso tale notizia “con grande stupore e profonda indignazione”.

Inoltre, Zuccaro ha ricordato nella sua lettera che non esiste – nel nostro codice penale – nessun reato rubricato come ‘infortunio sul lavoro’, ma piuttosto il reato di lesioni personali.
“I reati contestati all’indagato dal Pm e confermati dal Gip nell’ordinanza cautelare in carcere sono quelli di violenza sessuale aggravata (perché commessa in danno di incaricato di pubblico servizio), di sequestro di persona, di lesioni volontarie pluriaggravate e di danneggiamento”.
Un chiarimento necessario, dopo il clamore creato dalle parole della dottoressa, che appresa la notizia si era detta indignata, sentendosi violentata anche dalle istituzioni.
Nella lettera, il Procuratore cita la pagina del “Tempo.it” che il 30 settembre ha pubblicato l’articolo con la falsa notizia.
Notizia poi ripresa da molti quotidiani online.

“Il grave travisamento dei fatti dagli autori di questi articoli online – scrive il procuratore Zuccaro – non è certamente emblematico del quotidiano scrupoloso sforzo prodotto dai giornalisti professionisti per accertare i fatti, verificare le fonti e così offrire un’informazione corretta”.

Il Procuratore ha definito questi episodi “scorribande mediatiche” che vanno in direzione contraria all’accertamento della verità.
Il magistrato ha chiosato ricordando che “Il grave fatto di violenza è stato perseguito dalla magistratura con il giusto rigore e il dovuto rispetto per la persona offesa. Ogni diversa notizia pubblicata deve essere obbligatoriamente rettificata nei termini sopra specificati”.
 
 
 
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