Ha preso il via l’esame degli emendamenti sanità alla legge di Bilancio 2018, in Senato. Decisivo emendamento sul fumo della Commissione Sanità
È partito ieri l’esame in Senato degli emendamenti sanità alla Legge di Bilancio 2018 e, a decidere la partita sarà l’ emendamento sul fumo della Commissione Sanità.
Questo propone di variare la tassazione dei tabacchi in modo da assicurare un gettito di almeno 600 milioni di euro su base annua destinato a finanziare le cure palliative per 100 milioni e i farmaci oncologici innovativi per 500.
Se l’ emendamento sul fumo della Commissione Sanità dovesse essere bocciato però, non ci saranno risorse per il Ssn.
Diverso scenario in caso contrario. I proventi, andrebbero a finanziare ritocchi al superticket, la cosiddetta “piramide dei ricercatori” e il bonus bebè.
Tuttavia, va segnalato che il Fondo per gli innovativi oncologici è già finanziato in modo strutturale con una quota vincolata del Fondo sanitario stabilita dalla legge di Bilancio dell’anno scorso.
Pertanto, quei 500 milioni in più derivanti dalla tassazione sul fumo potrebbero andare a finanziare altre poste sanitarie.
Tra questi, i contratti per il personale.
Ma ci sono altri scenari da non sottovalutare.
Il più importante dei quali riguarda l’ipotesi in cui l’emendamento sul fumo dovesse essere bocciato dal Mef per il timore di una possibile riduzione del gettito dovuta ad un calo degli acquisti delle sigarette per l’aumento del loro costo.
In questo caso, per la sanità sarebbero guai. Non ci sono, infatti, risorse aggiuntive da destinare a possibili interventi.
Se, invece, l’emendamento fosse accolto, a quel punto i proventi sarebbero utilizzati per due obiettivi.
Da un lato, il superamento del superticket; dall’altro, il finanziamento della ‘piramide’ del ricercatore, quest’ultima fortemente voluta dal ministro Lorenzin. A questo si deve poi aggiungere il bonus bebè.
Capitolo contratti. Qui non ci sono risorse, per il momento. Per dare il via al rinnovo, oltre alla quota già accantonata dalle Regioni, lo Stato dovrebbe investire circa 600 milioni.
È un rischio tangibile, dunque, che i contratti restino fuori da questa manovra.
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