Il Senatore di Al-A, Lucio Barani, ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui si chiedono spiegazioni in relazione a 647mila euro che il Direttore Pani dovrebbe restituire all’erario e 50mila euro donati dall’Aifa a Comunione e Liberazione, di cui fa parte il presidente Melazzini

Mauro Melazzini e Luca Pani, rispettivamente Presidente e Direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sono finiti in queste ore nell’occhio del ciclone a causa di una interrogazione parlamentare presentata dal Senatore Lucio Barani (Alleanza Liberalpopolare-Autonomie).

L’interrogazione verte sui presunti emulamenti extra del Direttore generale Luca Pani, frutto della sua attività di consulente dell’Ema, e l’elargizione da parte di Aifa di 50mila euro, in occasione dell’ultimo Meeting di Rimini, all’Associazione Comunione e Liberazione, che organizza l’evento e di cui Melazzini fa parte.

Quanto al primo aspetto si tratta di una cifra pari a 647mila, di cui Pani sarebbe debitore nei confronti dell’erario, eccedente il tetto di 240mila euro a valere per il pubblico impiego stabilito per legge. “Per quanto risulta all’interrogante – afferma Barani  – in data 29 aprile 2016 il Consiglio di amministrazione dell’Aifa, a seguito di una segnalazione del Collegio dei revisori dei conti e di 2 pareri emessi dalla Ragioneria generale dello Stato, risalenti rispettivamente al 10 luglio 2015 e al 23 marzo 2016, avrebbe rilevato il superamento del tetto dei 240.000 euro da corrispondere al direttore generale…(..)… per il triennio 2012-2015, ponendo nel bilancio 2015 la somma di 647.000 euro a debito verso l’erario, con contestuali note di debito al direttore generale, dottor Luca Pani”.

Secondo quanto riportato dal Senatore di Al-A, la restituzione di tale somma sarebbe stata ostacolata anche dal Presidente Aifa, Mauro Melazzini che avrebbe coinvolto “surrettiziamente nella decisione prima l’ufficio legale dell’Agenzia, poi, con nota del 2 agosto 2016, il capo di gabinetto del ministero della Salute, dottor Giuseppe Chinè, al solo fine di bloccare la delibera di restituzione dell’ingente somma, già assunta all’unanimità, seduta stante, dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 29 aprile 2016”.

Il 29 agosto, inoltre, sempre secondo Barani, il direttore dell’area amministrativa, Giovanni Torre avrebbe provveduto a notificare al dottor Pani la nota di debito di 647.000 euro, intimandogli la restituzione della somma entro il termine tassativo di 15 giorni, pena la riscossione forzata dell’importo; ma con nota del 31 agosto 2016, “il presidente Melazzini avrebbe provveduto a contestare l’operato del dottor Torre, giudicando intempestiva la notifica della nota di debito al dottor Pani, nonostante questa fosse stata trasmessa 4 mesi dopo la delibera votata all’unanimità dal consiglio di amministrazione, invocando nuovamente l’intervento del capo di gabinetto del Ministero della salute, dottor Giuseppe Chinè”. Il dottor Torre, in data 1 settembre, sarebbe stato “allontanato dall’Agenzia, mediante revoca unilaterale da parte dell’Aifa del comando triennale disposto dall’istituto di provenienza (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia)”.

Barani chiede dunque ai Ministri Padoan e Lorenzin se non “ravvedano in tali comportamenti profili inerenti a propri interessi privati in atti d’ufficio, tali da indurre a richiederne le immediate dimissioni”. Il Senatore domanda ai destinatari della sua interrogazione se, in qualità di organi deputati alla vigilanza sull’Aifa, “siano al corrente del finanziamento, pari a 50.000 euro, al meeting di Comunione e Liberazione e come considerino tale elargizione”, nonchè “quali misure ritengano di dover assumere relativamente all’allontanamento del dottor Torre dall’Aifa”.

L’interrogazione si concentra poi sui rapporti che intercorrono, relativamente ai fatti esposti, tra il capo di gabinetto del Ministero della salute, il direttore dell’Aifa ed il presidente del consiglio di amministrazione del medesimo ente. Infine, “considerata, secondo l’interrogante, l’inadempienza nell’esercitare l’attività istituzionale di vigilanza e controllo sull’operato dell’Aifa”, Barani domanda se il Ministro della salute non ritenga opportuno dimettersi dall’incarico ricoperto.

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