Il sequestro per i reati di evasione fiscale ricade anche sull’immobile destinato, in sede di accordi di separazione, ad abitazione della ex moglie e delle figlie. La parola ai giudici della Cassazione (sent. n. 2862/2019)

Indagato, in qualità di legale rappresentante e amministratore di una società, per il delitto di evasione, perché negli anni di imposta dal 2013 al 2016 aveva omesso di presentare le dichiarazioni annuali dei redditi, il GIP del Tribunale di Milano, con ordinanza disponeva il sequestro preventivo, tra gli altri beni, dell’immobile che, in sede di accordi per la separazione con la ex coniuge, era stato affidato a quest’ultima, ove vi avrebbe abitato con le figlie minorenni.

L’ordinanza veniva confermata anche dal Tribunale del riesame, cosicché l’indagato proponeva ricorso per Cassazione.

L’impianto difensivo era interamente incentrato sull’errore nel quale sarebbero incorsi i giudici di merito nel disporre il sequestro su beni che, innanzitutto non avevano alcuna pertinenza col reato e, in secondo luogo erano destinati all’abitazione della moglie e delle figlie.

La decisione

Nonostante i motivi addotti a difesa, i giudici della Cassazione hanno rigettato il ricorso, ritenendo prive di fondamento le censure proposte.

E a tal proposito, richiamano l’insegnamento più volte espresso in sede di legittimità per cui “anche in caso di assegnazione della casa coniugale al coniuge in sede di accordi in tema di separazione personale, non viene meno il profilo della disponibilità del bene in capo al conferente, presupposto della eventuale successiva confisca per equivalente; tale fattore, ide est la disponibilità del bene, costituisce anzi il necessario antecedente logico ella possibilità di fare rientrare la assegnazione del bene nell’ambito del regolamento patrimoniale dei rapporti intervenuto tra i due coniugi (Corte Cass. sent. n. 12541/1997), senza, peraltro, che per effetto di tale assegnazione il coniuge beneficiario consegua a titolo definito una posizione rispetto al bene caratterizzata da assolutezza, autonomia ed indipendenza rispetto alla posizione del suo coniuge dante causa”.

La redazione giuridica

 

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