Pubblicato dal Ministero della Salute il Rapporto annuale sull’ evento nascita in Italia. Solo il 55,4% delle madri ha un’occupazione lavorativa

In Italia oltre un bambino su tre nasce con parto cesareo. Il primo figlio arriva non prima dei 31 anni e le mamme solamente nella metà dei casi sono lavoratrici. Sono alcuni dei principali dati che emergono dal Rapporto annuale sull’ evento nascita in Italia, il CeDAP 2015, che raccoglie i dati di 500 punti nascita.

La rilevazione costituisce, a livello nazionale, la più ricca fonte di informazioni sanitarie, epidemiologiche e socio-demografiche relative all’evento nascita, Essa rappresenta uno strumento essenziale per la programmazione sanitaria nazionale e regionale.

L’ 89,1% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, il 10,9% nelle case di cura private e solo lo 0,1% altrove. Il 20% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana.

Delle donne che hanno partorito nell’anno 2015 il 43,8% ha una scolarità medio alta, il 28,6% medio bassa ed il 27,6% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (46,4%).

L’analisi della condizione professionale evidenzia che il 55,4% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 29,6% sono casalinghe ed il 13% sono disoccupate.

In caso di parto naturale, la donna nel 92,27% dei casi ha accanto a sé il padre del bambino, nel 6,36% un familiare e nell’1,37% un’altra persona di fiducia. Un quota di nascite ancora rilevante, il 6,7% avviene in centri con meno di 500 parti l’anno.

Quasi 9 future mamme su 10 si sottopongono a più di 4 visite ginecologiche e una donna su 4 dopo i 40 anni si sottopone all’amniocentesi.

Il ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) risulta effettuato in media 1,78 gravidanze ogni 100. Il numero dei nati vivi concepiti mediante tecniche di PMA è pari a 10.363 casi (2,14% dei nati vivi totali registrati dal CeDAP).

I nati morti, infine, con riferimento al 2015 sono stati 1.391 per un tasso di natimortalità pari a 2,86 ogni 1.000 parti. I casi di malformazioni diagnostiche registrate alla nascita, invece, sono stati 4.781.

 

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