Via libera ai corsi della Facoltà romena di Medicina e Professioni sanitarie attivati ad Enna dopo la decisione del Giudice di Caltanissetta che respinge il ricorso del Miur

Il Giudice del Tribunale Civile di Caltanissetta ha dato il via libera ai corsi della Facoltà romena di Medicina e Professioni sanitarie attivati ad Enna, grazie all’iniziativa gestita dalla Fondazione Proserpina amministrata da Mirello Crisafulli.

Corsi contro i quali, su mandato del Miur, era stato avviato un procedimento di blocco: secondo il Ministero, l’università rumena avrebbe aperto la facoltà sul territorio italiano senza le dovute autorizzazioni.

Il caso aveva scatenato fortissime polemiche nel settembre scorso, quando era esploso, provocando il sollevamento dei sindacati medici che avevano parlato di una possibilità di fatto per aggirare le normative sui test di ingresso e sulle facoltà a numero chiuso.

Il Giudice ha, però, accolto la tesi dei legali della Facoltà e ha respinto il ricorso presentato dal Miur che chiedeva un provvedimento cautelare contro il Fondo Proserpina, l’Università Kore di Enna, l’Asp di Enna, l’università romena, gli assessorati regionali alla Salute e all’Istruzione.

La facoltà di Medicina e Professioni sanitarie romena non sarebbe una filiale, ma una estensione sul territorio italiano dell’Università Dunarea de Jos, con sede a Galati, in Romania: trattandosi di una estensione didattica in aula remota, rispetta il Trattato per il funzionamento dell’Unione europea e non avrebbe bisogno di accreditamento da parte del Ministero italiano (stanti gli accreditamenti già esistenti da parte del governo rumeno e dell’Unione Europea).

Il primo anno accademico, inauguratosi lo scorso 14 dicembre, quindi, prosegue, senza per altro essersi mai di fatto fermato: i corsi in rumeno di Medicina e Professioni sanitarie ad Enna, infatti, erano continuati regolarmente per i 50 iscritti, seppur in locali alternativi dopo il sequestro di quelli appositamente messi a disposizione nell’Ospedale locale (attraverso una convenzione).

Fatta salva la posizione del Giudice, rimane netta la posizione del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: «i corsi Ateneo Enna restano non autorizzati» ha spiegato all’Ansa, chiarendo che «L’ordinanza del Tribunale di Caltanissetta in merito alla legittimità del corso di laurea in medicina a Enna è misura cautelare e non entra nel merito. Resta ferma la nostra posizione a tutela della qualità della formazione dei nostri studenti: non c’è qualità senza accreditamento dei corsi di studio e nessun accreditamento è stato riconosciuto all’Università Rumena Dunarea de Jos Galati da parte del Ministero dell’Università italiana».

Ma la decisione del giudice di Caltanissetta, secondo le organizzazioni studentesche Link e Onda, imporrebbe una riflessione «sul tema degli sbarramenti all’accesso ai corsi di studio che si dimostrano essere un sistema iniquo e inaccettabile».

La decisione del giudice di Caltanissetta è stata commentata da Domenico Montemurro, responsabile nazionale Anaao Giovani che spiega: «Ancora una volta si resta basiti verso questa ordinanza che di fatto se il Miur non si opporrà, aprirà le porte ai furbetti che vogliono aggirare il numero chiuso in Italia. Non sono affatto certo che il territorio ennese, abbia bisogno di simili escamotage per creare indotto commerciale e posti di lavoro. Al solito chi potrà pagare, avrà una laurea in Medicina, chi no dovrà sudare per averla. Il colmo è che questa querelle in salsa rumena, lascia l’amaro in bocca anche per quei siciliani che stanno scappando dal loro territorio per trovare lavoro all’estero.

Gianfranco Gravina, portavoce del Fondo Proserpina che è l’interfaccia dell’università romena, ha tuttavia precisato che l’iscrizione alla facoltà delocalizzata non è libera: «Gli studenti della sede decentrata di Enna affrontano ben due test di ingresso» e prima delle prove di iscrizione gli studenti devono frequentare un corso di lingua a pagamento che prevede il rilascio di un certificato di idoneità.

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