I camici bianchi, secondo l’accusa, sarebbero responsabili del decesso di una donna di 54 anni che aveva ingerito un frammento osseo nel corso di una cena a base di spiedo

Al via il procedimento giudiziario nei confronti di due medici accusati di omicidio colposo per la scomparsa di una 54enne deceduta nel 2015. A causare la morte, secondo quanto appurato, fu una perforazione dell’esofago e dell’aorta provocata, sembrerebbe, da un frammento osseo di quattro millimetri ingerito nel corso di una cena a base di spiedo.
La donna, come ricostruisce il Giornale di Brescia, si era recata in Pronto soccorso di Chiari lamentando dolori e fastidi alla gola. Aveva la sensazione che un ossicino le fosse rimasto incastrato nel cavo orale. Il medico che la visitò, tuttavia, non ritenne di effettuare una gastroscopia, limitandosi a somministrarle un farmaco.
Dopo poco meno di una settimana, al persistere del fastidio, la signora era tornata in ospedale. Anche in questo caso, il camice bianco di turno, l’avrebbe rassicurata che non si trattava di nulla di grave, prescrivendole ulteriori farmaci.

Nelle ore successive, tornata a casa, la donna cominciò ad avvertire dolori sempre più forti e a vomitare sangue.

Questa volta, dopo l’intervento dell’eliambulanza, venne condotta a Bergamo, dove le venne rilevata la perforazione dell’esofago e dell’aorta. Nonostante due interventi chirurgici la paziente morì a distanza di 5 mesi.
Dopo il decesso la Procura aprì un fascicolo sul caso iscrivendo nel registro degli indagati i nomi di tre medici. Per uno di loro la vicenda si è conclusa con l’archiviazione. Per gli altri due indagati, invece, il Pm ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio.
In particolare, gli imputati sono accusati di non aver gestito correttamente la paziente, dimessa per due volte nel giro di pochi giorni, provocandone la morte per colpa. Imminente anche l’avvio della causa civile ai danni dell’ospedale Bresciano. L’azienda sanitaria, a sua volta chiamerà in causa il nosocomio di Bergamo.
 
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