I ragazzi, oggi 27enni, erano nati con gravissimi danni neurologici a causa di una verosimile asfissia intrapartum

La giunta regionale della Puglia  ha autorizzato la firma di una transazione che chiuderà entro settembre, il contenzioso con la famiglia di due gemelli, oggi 27enni, nati nel 1992 con gravissimi danni neurologici. L’accordo è stato raggiunto sulla base di una cifra pari a circa 2 milioni di euro.

Ne da notizia la Gazzetta del Mezzogiorno, che ripercorre la vicenda a partire dalla nascita dei due fratelli, venuti al mondo alla 32esima settimana di gestazione all’ospedale di Bitonto, rispettivamente con una tetraparesi spastica e con una displasia ectodermica con ritardo psicomotorio.

A causare i danni, secondo la sentenza del Tribunale depositata nel 2015, potrebbe essere stata un’asfissia intrapartum; un fenomeno rarissimo probabilmente dovuto ad anomalie nella formazione della placenta. A tal proposito, tuttavia, non sussistono certezze scientifiche.

In base a quanto ricostruito in sede dibattimentale, l’esame che avrebbe potuto evidenziare i sintomi dell’asfissia, ovvero una Ctg (cardiotocografia fetale) sarebbe stata prescritta dal medico di turno.

I tracciati, tuttavia, non sono mai stati rinvenuti e il Giudice, pertanto, li ha ritenuti non eseguiti.

Secondo il Giudice, i medici di Bitonto, peraltro mai identificati, si sarebbero macchiati di una serie di grossolane omissioni.  Avrebbero agito con negligenza perché non si sarebbero accorti di una “probabile” e “preesistente” asfissia intrapartum a causa di proprie “gravi e rilevanti omissioni strumentali e cliniche”.

Come riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno il medico legale incaricato dal Tribunale non avrebbe potuto stabilire “se e in che misura” le leggerezze del personale sanitario “possano aver contribuito ad aggravare le patologie neurologiche in atto” sui feti. D’altro canto, l’ospedale non ha dato prova di aver eseguito la CTG e dunque è stato ritenuto responsabile.

La sentenza di primo grado aveva condannato la Regione e la gestione liquidatoria delle Usl a risarcire i due gemelli rispettivamente con 1 e 1,4 milioni, più 77mila euro a ciascuno dei due genitori, per complessivi 2,6 milioni oltre rivalutazione, spese e interessi. L’Ente regionale, tuttavia,  ha presentato appello ritenendo la cifra eccessiva per via della duplicazione di alcune voci di danno. Ha fatto seguito una trattativa che ha portato le parti a raggiungere l’accordo transattivo.

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