Si moltiplicano i casi di azioni di prelievo forzoso di beni a causa del mancato pagamento delle Asl alla scadenza dei termini prefissati

Le ultime segnalazioni arrivano rispettivamente da Puglia e Toscana. Azioni di pignoramento avviate a causa del mancato pagamento da parte delle Asl delle somme dovute per casi di responsabilità medica.

Nell’agosto del 2013 una donna 46enne si sottopose a un intervento chirurgico di ernia del disco presso l’Ospedale San Paolo di Bari ma, a causa di un errore medico, riportò lesioni permanenti. La malcapitata protagonista della vicenda, finita sotto ai ferri per problemi di carattere ortopedico, subì, secondo quanto accertato dalla perizia medico legale,  lesioni alla vena iliaca sinistra e all’intestino.

La signora, trasportata d’urgenza al Policlinico del capoluogo pugliese, entrò in sala operatoria altre sei volte, riuscendo a salvarsi ma riportando danni permanenti. Solamente in seguito all’apertura del procedimento penale per accertare le responsabilità mediche dell’accaduto, la Asl e i legali della parte offesa hanno raggiunto un accordo per una transizione risarcitoria. L’azienda sanitaria si è impegnata a versare nelle casse della 46enne una cifra pari  a 105mila euro, a fronte della quale la donna ha  ritirato la querela chiudendo il procedimento giudiziario.

Ma a quasi un mese di distanza dalla scadenza del termine ultimo per il pagamento dell’ammontare concordato, l’Azienda sanitaria non ha ancora versato nulla. L’avvocato della donna ha quindi annunciato un’azione di pignoramento e una segnalazione alla Corte dei Conti affinché accerti l’eventuale danno erariale provocato dal ritardo nel pagamento e dalle relative spese sopportate per il processo esecutivo.

Un altro caso di pignoramento arriva da Massa Carrara, dove il Nuovo ospedale unico delle Apuane, secondo quanto riportato dal quotidiano ‘Il Tirreno’, rischia di vedersi prelevare le statue appartenenti a un’istallazione di uno scultore toscano poste nell’atrio del nosocomio per accogliere pazienti, visitatori e personale medico.

L’azione è stata avviata dai legali degli eredi di una donna che nel 2003, dopo aver scoperto alcuni noduli al seno, prenotò una visita negli uffici della Asl. L’esito del controllo fu rassicurante, ma il successivo esame, fissato dopo sei mesi, evidenziò un tumore maligno e molto aggressivo in atto. Il cancro aveva raddoppiato le sue dimensioni e il rischio di morte entro i dieci anni si era triplicato.

Nonostante l’avvio di una terapia forte e dolorosa la donna morì nel 2014. Il tumore era andato in metastasi, aggredendo le ossa. La vittima, prima del decesso,  aveva intentato una causa nei confronti dell’Azienda sanitaria. Se fosse stata avviata dopo il primo controllo, infatti, la terapia non sarebbe stata così dura e le speranze di guarigione sarebbero state molto maggiori.

La richiesta di risarcimento, rigettata in primo grado, è stata accolta in appello. Ai figli ancora minorenni della donna è stata disposta la liquidazione di 250mila euro, che in base alla sentenza doveva essere versata immediatamente. Ma a fronte del mancato pagamento da parte dell’Azienda sanitaria i legali della famiglia  hanno prima notificato l’atto di precetto, ovvero, l’invito a pagare entro 10 giorni, e successivamente, non avendo ricevuto alcuna risposta, sono passati al pignoramento.

Per il medico responsabile, i legali hanno agito su un appartamento di proprietà; per la Asl, dal momento che la legge esclude di poter requisire macchinari sanitari e strumentazioni destinate a diagnosi e terapie, l’ufficiale giudiziario è intervenuto sulle statue che, tuttavia, sono ancora al loro posto in quanto il provvedimento attualmente è solo formale.

 

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