L’AIFA apre all’uso degli antibiotici anche in gravidanza

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«Quando necessario, è possibile non solo assumere farmaci in gravidanza ma anche ricorrere agli antibiotici, sempre per patologie non di natura virale, dietro prescrizione del medico e seguendo scrupolosamente dosi e durata della terapia». 

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La campagna “Farmaci in gravidanza” nasce dall’esigenza dell’AIFA di informare la popolazione e gli operatori sanitari – si legge nella nota – sull’importanza di un uso corretto e appropriato del farmaco in gravidanza. Appare necessario correggere una percezione distorta, attualmente ancora radicata nell’opinione pubblica che lega secondo un principio di causa effetto l’impiego del farmaco con la comparsa di effetti teratogeni sul feto ostacolando così la possibilità di vivere una gravidanza serena e esponendo a possibili rischi legati alla mancanza, invece che alla presenza, di cure.

Durante la gravidanza la madre e il feto rappresentano infatti un’unità inseparabile e lo stato di salute della madre costituisce un requisito indispensabile per un regolare sviluppo del feto. Da tutto ciò discende la necessità di investire nella corretta informazione agli operatori sanitari e ai cittadini sull’importanza di assumere i farmaci in gravidanza quando ritenuto necessario dal medico.

Il 25 novembre scorso, sono stati rivisti gli studi e le evidenze di alcuni antibiotici impiegati anche in gravidanza per il trattamento di infezioni di natura batterica. Le pagine delle schede tecniche di acido clavulanico,amoxicillinaampicillinaazitromicinaclindamicinaclaritromicina, e eritromicina sono state pertanto aggiornate nelle informazioni sui possibili effetti che i farmaci a base di tali sostanze possono causare alla donna e al feto. Non vengono evidenziate nuove segnalazioni di eventuali anomalie riscontrate, rispetto all’atteso, e viene quindi confermata la possibilità del loro impiego, dietro consulto del proprio medico, anche nei nove mesi di gestazione e in allattamento.

Tutti questi principi attivi sono utilizzati per il trattamento di patologie quali febbre e iperpiressia, ma anchecoriamniositelitiasi biliaremalattie croniche intestinaliterapie odontoiatricherottura prematura delle membrane amniocorali (PROM), vaginite. L’amoxicillina e l’ampicillina sono considerati gli antibiotici di prima scelta in gravidanza, mentre la Clindamicina, indicata ad esempio per il trattamento della Coriamniosite, è da utilizzare qualora la somministrazione di Penicilline, Cefalosporine e Macrolidi non sia efficace, quindi in seconda battuta.

Nella scheda di ciascun principio attivo viene indicata una breve definizione della sostanza con informazioni sulla classe di appartenenza e l’emivita di eliminazione e la descrizione degli effetti riscontrati in letteratura per l’utilizzo nei tre differenti trimestri e in allattamento. Quando necessario, quindi, è possibile non solo assumere farmaci in gravidanza ma anche ricorrere agli antibiotici, sempre per patologie non di natura virale, dietro prescrizione del medico e seguendo scrupolosamente dosi e durata della terapia.

Messaggi e regole chiave delle due campagne di sensibilizzazione AIFA, in ripresa proprio in questi giorni sulle emittenti televisive RAI: quella sul corretto uso degli antibiotici e quella sull’impiego dei “Farmaci e Gravidanza”. Iniziative di sensibilizzazione per cittadini e operatori sanitari per un uso responsabile del farmaco e a tutela della salute individuale e collettiva.

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