L’uomo era morto per le conseguenze di una lesione midollare riportata mentre svolgeva le pulizie in un capannone del veronese

Aveva colpito violentemente con la testa contro “elementi metallici” passando sotto agli scaffali di un capannone in cui stava pulendo il pavimento con la spazzatrice a motore. L’uomo, 56enne dipendente di una multiservizi, avrebbe subito una lesione midollare a causa del trauma cranico; dopo sei mesi trascorsi a letto era deceduto, nell’ottobre del 2019.

Nei giorni scorsi si è aperta a Verona l’udienza preliminare che dovrà stabilire se le responsabilità per il decesso meritano un approfondimento dibattimentale, come richiesto dal Pubblico ministero titolare del fascicolo che era stato aperto in seguito alla querela presentata dai parenti della vittima.

Nel registro degli indagati della procura scaligera figurano tre nomi. Si tratta – come riferisce l’Arena – dell’amministratore dell’azienda committente dei lavori, del dirigente della società appaltatrice e di un altro responsabile della società con una sede nel veronese; sono accusati di omicidio colposo per aver provocato, a causa delle loro negligenze, la morte del lavoratore.

La società, pur negando ogni responsabilità, avrebbe avviato una trattativa per un anticipo del risarcimento con i familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile nel procedimento, citando in giudizio le compagnie assicurative in qualità di responsabili civili.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo ottobre. Decisiva sarà, tra le altre, la deposizione del medico legale incaricato per svolgere gli accertamenti peritali necessari a chiarire le cause del decesso. Agli indagati, viene contestato – come riportato nel capo di imputazione – di aver fornito al lavoratore attrezzature non adeguate al lavoro a cominciare dalla spazzatrice “in quanto costringevano il lavoratore ad abbassare il capo per poter evitare le scaffalature”.

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