Duplice inchiesta a Roma sulla tragedia che ha visto la scomparsa di una 31enne, deceduta poco dopo il parto, e della piccola a cui aveva dato la luce, morta otto giorni dopo

Non ce l’ha fatta la neonata venuta alla luce all’ospedale Sant’Eugenio di Roma lo scorso cinque novembre, quando il termine della gravidanza era ancora lontano. Una duplice tragedia, che ha visto già la morte della giovane mamma, deceduta poco dopo il parto.

La gestante, alla ventinovesima settimana di gravidanza, aveva avvertito dolori accompagnati da piccole perdite ematiche. Quindi si era recata immediatamente in ospedale, dove il personale sanitario aveva fatto nascere la bimba. Dopo poche ore, però, la donna, nonostante i tentativi dei medici di contenere le complicanze del parto mediante un delicato intervento ricostruttivo, era stata colta da un arresto cardiaco che non le aveva lasciato scampo.

Sul caso la magistratura ha subito avviato un’inchiesta per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati, come atto dovuto, nove operatori sanitari, tra ginecologhi, anestesisti e infermieri.

L’obiettivo è capire che cosa abbia determinato la violenta emorragia risultata fatale alla paziente. Tra le ipotesi una placenta accreta, ovvero aderente all’utero. Ma al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche l’operato del personale medico durante il parto.

A otto giorni di distanza, la figlia secondogenita, che alla nascita pesava appena un chilo, è deceduta. La piccola era ricoverata nel reparto di neonatologia dopo che i medici sospettavano complicanze cerebrali in seguito alla nascita, ma non è sopravvissuta. Anche in questo caso, come riferisce il quotidiano ‘Il Messaggero’, i familiari hanno depositato una denuncia, per fare piena luce sull’accaduto. Si profila, quindi, l’avvio di una seconda inchiesta, sempre con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, ma nel fascicolo, al momento, non risultano indagati.

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