Un valore diverso, secondo le mamme no Pfas, non avrebbe senso in quanto le sostanze perfluoroalchiliche sono biocumulabili

Una legge che stabilisca limiti pari a zero nell’acqua potabile per i Pfas e gli altri interferenti endocrini. E’ quanto chiede un gruppo di mamme no Pfas, che ha deciso di rivolgersi a tutti i ministri Ue dell’Ambiente.

Un limite diverso da zero – denunciano – non avrebbe senso, perché i Pfas sono bioaccumulabili. “Noi mamme siamo state contaminate a nostra insaputa e trasmettiamo ai nostri bambini questi veleni già mentre crescono nel nostro grembo e attraverso l’allattamento al seno”.

Nel nostro Paese, peraltro, non c’è nessuna legge che fissi i limiti nazionali. Tale vuoto normativo non consente di colpire i responsabili di quella che in molti considerano un ‘disastro ambientale’ oltre che un’emergenza sanitaria.

Le mamme no Pfas chiedono, inoltre, la messa al bando in Italia della produzione e dell’utilizzo di queste sostanze, anche se di nuova generazione. E ancora  che siano varati al più presto limiti restrittivi per la presenza di Pfas nelle acque superficiali e di falda.

Infine rivolgono un appello al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, affinché intervenga presso il Consiglio dell’UE, fornendo una documentazione adeguata.

Il Ministro, dal suo canto, sottolinea come in tre mesi siano state realizzate le linee guida per la definizione di valori limite di emissione. “Ora saranno discusse presso la conferenza delle Regioni perché la materia  – spiega – è di competenza concorrente”.

Per quanto riguarda le acque, Costa evidenzia che nella Finanziaria del 2017 erano stati stanziati dei fondi che però non erano stati resi disponibili. “A novembre – afferma –  il Ministero dell’Ambiente ha predisposto l’iter amministrativo rendendo di fatto effettivamente disponibili quei 46 milioni di euro circa”. Uno stanziamento necessario per poter procedere a un by pass idrico e fare in modo che  le  famiglie “possano approvvigionarsi di acqua pulita e salubre”.

Sul fronte europeo il Ministro evidenzia come sia in discussione una direttiva acque destinate al consumo umano. “Attualmente non c’è su questo tema una sensibilità specifica -precisa–. Tale direttiva ci vede in una posizione di opposizione. Ma stiamo provando a lavorare con una serie di Paesi in modo da costituire una minoranza di blocco per poter cambiare il testo inserendo i valori limite per i Pfas”.

 

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